È stato firmato giovedì mattina, 29 luglio, a Palazzo Rinaldi l’accordo tra il Comune di Treviso, Cgil, Cisl, Uil Treviso e Spi, Fnp, Uilp Treviso. L’accordo riguarda varie tematiche come finanza e governance locale, consuntivo 2020 e preventivo 2021 rispetto ai ricavi e la spesa sulle funzioni principali, investimenti sulle infrastrutture pubbliche, strategie a livello
“Un anno e mezzo di pandemia, l’isolamento, le visite dei famigliari col contagocce e con assenza di contatto, nonostante vi sia una legge che le consenta, si sono rivelate per gli anziani ospiti in casa di riposo l’origine di problemi di salute che vanno dal calo cognitivo al calo di peso.” È l’allarme lanciato da
Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat, in Veneto la popolazione adulta e anziana degli ultra65enni rappresenta un quarto dei residenti, nell’ambito di un trend demografico che non è destinato a fermarsi. “Nella nostra regione -dichiarano Spi, Fnp, Uilp Veneto- a inizio 2021, gli over 65 hanno raggiunto quota 1.142.756, in aumento sia rispetto al 2020,
“Avevano, ed hanno, ragione i Sindacati dei pensionati a protestare contro la reticenza di molte case di riposo venete ad applicare l’ordinanza del ministero della Salute dell’8 maggio sulle riaperture alle visite dei familiari. Lo dicono i numeri del monitoraggio avviato dalla Regione proprio su questa spinta (hanno risposto 333 strutture su 335): in media
“La reticenza di molte case di riposo a dare piena applicazione all’ordinanza dell’8 maggio del Ministero della Salute, che riapre alle visite dei famigliari degli ospiti, è inaccettabile. Come è inaccettabile che la Regione si sia limitata a trasmettere l’ordinanza, senza controllare cosa sarebbe poi successo.” Così Spi, Fnp, Uilp Veneto che, hanno inviato una
“Nemmeno il tempo di fare come sindacati dei pensionati del Veneto un appello, era il 10 maggio, affinché nessuna casa di riposo facesse marcia indietro nell’applicare l’ordinanza del ministero della Salute, e già da parte delle Rsa si parla di prendere tempo, della necessità di ‘un patto tra strutture e famigliari’, di trovare un equilibrio’”.
“L’ordinanza del Ministero della Salute, che riapre alle visite dei familiari agli ospiti delle case di riposo, sancisce un diritto per il quale ci siamo battuti per settimane. E anche se qui in Veneto, che coordinava il lavoro della Conferenza delle Regioni, non si è voluto – nonostante le numerose sollecitazioni – dialogare con noi
“Era il 5 novembre del 2020 e, con grande tripudio da parte della giunta regionale e di molte attività produttive, il Veneto ritornava in zona gialla. Già da subito i sindacati dei pensionati Spi, Fnp, Uilp Veneto avevano espresso forti dubbi sull’opportunità di quella scelta, decretata dal Ministero sulla base dei numeri forniti da palazzo
“Riaprire le case di riposo è una priorità, una necessità che non può più essere rimandata.” Questo l’ennesimo grido d’allarme di Spi, Fnp, Uilp Veneto, che proprio oggi, 28 aprile, hanno inviato una richiesta d’incontro all’assessora della Regione Veneto alla Sanità, per avere un confronto in merito al protocollo e alle linee guida per la
“La solitudine affettiva fa ammalare, non meno dei virus.” A dichiararlo, tramite una nota unitaria, Spi, Fnp, Uilp Veneto Veneto lanciano l’ennesimo accorato appello: “A circa quattro mesi dall’inizio della campagna vaccinale le case di riposo sono pressoché covid-free, eppure non è ancora possibile ovunque far visita ai propri familiari. In Veneto molte strutture lo
“Confidiamo che questo fine settimana sia risolutivo per i 56mila over 80 veneti ancora non vaccinati. Non discutiamo le modalità di accesso, libero o con prenotazione o entrambi, stabilite da ogni singola Ulss, e diamo per scontato che si organizzino per evitare nel modo più assoluto che si verifichino code – sarebbero incresciose data l’anzianità
“Durante la pandemia hanno mostrato tutta la loro fragilità in un sistema sociosanitario, quello veneto, considerato da molti una eccellenza. Le case di riposo del Veneto sono state piegate dal virus e si sono ritrovate a contare le vittime isolate nella solitudine delle proprie stanze. In pratica, le Rsa venete hanno perso circa l’8% dei