Una serie di assemblee territoriali rivolte a tutti i pensionati lucani verranno organizzate dallo Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp-Uil Basilicata per illustrare i risultati raggiunti con il verbale d’intesa sottoscritto dal governo nazionale con le organizzazioni sindacali sulle pensioni. E’ quanto hanno deciso i segretari regionali rispettivamente Nicola Allegretti, Vincenzo Zuardi e Vincenzo Tortorelli durante un incontro.
Dopo la mobilitazione unitaria del 2 aprile e la manifestazione del 19 maggio a Roma si è aperto il tavolo con il governo sulle pensioni. Dopo quattro mesi di confronto il 28 settembre è stato sottoscritto il verbale d’intesa che riguarda diversi punti. Per i pensionati, la così detta cosiddetta “no tax area” viene definitivamente equiparata a quella dei lavoratori dipendenti. I pensionati che hanno un reddito fino a 8.125 euro l’anno non pagheranno più tasse, né quelle nazionali né quelle locali. Le quattordicesime saranno aumentate del 30% per chi ha un reddito mensile fino a 750 euro. Sono interessati circa 2,1 milioni di pensionati. Le riceveranno per la prima volta anche tutti quelli che hanno un reddito mensile fino a 1.000 euro. In questo caso gli interessati sono circa 1,2 milioni di pensionati. Dal 2019 si ritorna al meccanismo di rivalutazione delle pensioni antecedente a quello Monti-Fornero che consente una maggiore tutela del potere d’acquisto. C’è inoltre l’impegno ad aumentare la base di calcolo della pensione.
Per i pensionandi, sono previste ricongiunzioni gratuite, quindi non si pagherà più la riunificazione dei contributi versati in diverse gestioni previdenziali. Per i lavoratori precoci verranno cancellate le penalizzazioni per l’accesso alla pensione prima dei 62 anni. I lavoratori che hanno 12 mesi di contributi anche non continuativi prima del compimento dei 19 anni che sono disoccupati senza ammortizzatori sociali, in condizione di salute che determinano una disabilità e occupati in alcune attività particolarmente gravose potranno inoltre andare in pensione con 41 anni di contributi. Per i lavori usuranti cambia la legge vigente. Ci saranno meno vincoli per l’accesso alla pensione e l’eliminazione della finestra mobile e dell’attesa di vita. Per quanto riguarda invece l’Ape sociale, con l’anticipo pensionistico agevolato chi ha 63 anni potrà andare in pensione 3 anni e 7 mesi prima e i costi saranno coperti dallo Stato attraverso specifiche detrazioni fiscali, mentre l’Ape volontaria ha costi molti alti per i lavoratori ed è per questo che su questo punto il nostro giudizio è negativo. Nel caso dell’Ape agevolata e dei lavoratori precoci il nostro giudizio è legato alla definizione delle platee interessate, che sarà oggetto di un ulteriore confronto tra sindacati e governo.
Il confronto con il governo nazionale prosegue su altri importanti punti: introduzione di un pensione contributiva di garanzia, previdenza complementare, flessibilità in uscita all’interno del sistema contributivo, valorizzazione del lavoro di cura, superamento dell’adeguamento alla speranza di vita per particolari categorie di lavoratrici e lavoratori, perequazione del trattamento pensionistico, ricostituzione del montante come base di calcolo per chi ha subito il blocco degli anni 2012-2013.