Ieri, 14 gennaio, si è tenuta a Mestre la conferenza stampa unitaria Fnp,Spi,Uilp “Non autosufficienza e solitudine: le sfide di un Veneto sempre più anziano”.

Durante l’incontro, i Segretari regionali Elena Di Gregorio (Spi), Vanna Giantin (Fnp), Fabio Osti (Uilp) hanno illustrato i problemi legati all’esponenziale invecchiamento della popolazione: più aumenta l’aspettativa di vita e più emergono i problemi relativi alla salute delle persone anziane. In Veneto gli ultrasessantacinquenni sono 1.122.005 mentre gli ultraottantenni hanno raggiunto quota 347.165. Nel decennio 2008-2018 la percentuale degli anziani è passata dal 19,5 al 22,6%. In 30 anni (2018-2048), poi, l’aspettativa di vita passerà per gli uomini da 81,6 a 85,6 anni e per le donne da 85,9 a 89, 2 anni.

“L’invecchiamento della popolazione porta con sé un altro problema che è quello della solitudine.” espongono i Segretari “Sempre nel decennio 2009-2018, le persone sole con più di 60 anni in Veneto sono aumentate del 18%, da 269mila a 314mila: di queste ultime 226mila sono donne. Gli ultraottantenni soli sono invece 208.277 (per il 74% donne).”

Nel contesto della solitudine emerge il problema della non autosufficienza, parziale e totale. In Veneto, gli anziani non autosufficienti sono più di 200mila, più di 83mila gli ultraottantenni riconosciuti come invalidi civili e quindi totalmente o parzialmente non autosufficienti. La situazione a livello nazionale non è dissimile: dei 3,5 milioni di italiani non autosufficienti, 2,8 milioni hanno più di 65 anni e questi numeri sono destinati ad aumentare del 60% entro il 2040, mentre le indennità di accompagnamento rispondono alle esigenze di 1,9 milioni.

Concludono i Segretari: “Il problema della non-autosufficienza è collegato a doppio filo alla riforma delle strutture per anziani. Il Veneto è rimasta l’unica regione d’Italia a non aver riformato le Ipab (106 in Veneto quelle che sono Centri servizi per anziani), a non aver cioè recepito una legge nazionale del 2000 che prevedeva la loro trasformazione in strutture da inserire nella rete di assistenza territoriale. In questa vacatio il settore privato è stato enormemente favorito grazie ai minori costi di gestione e ai minori controlli. I posti letto privati nelle strutture residenziali per anziani sono maggiori di quelli pubblici (17.839 a 16.534) e le impegnative di residenzialità, 24.359, sono evidentemente insufficienti. Da maggio 2019 Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp del Veneto hanno promosso e partecipato alle continue iniziative (presidi, manifestazioni, raccolte firme) assieme alle Confederazioni e alle sigle della funzione pubblica e dei servizi per sollecitare la Regione a non perdere anche questa legislatura. Nonostante gli annunci e le promesse dell’assessora Manuela Lanzarin, ancora nulla è stato fatto e nessun testo è stato presentato”