“Chiarezza sui vaccini, chiediamo che qualcuno ponga fine a questo indegno spettacolo delle illusioni. Esattamente come per la campagna antinfluenzale, la Regione l’ha fatta grossa un’altra volta”. A dichiararlo Spi, Fnp, Uilp Basilicata, che tornano a rivendicare nuovamente una trasparenza di informazioni ma anche capacità di coinvolgimento da parte delle istituzioni regionali e soprattutto a beneficio di quelle categorie più a rischio in questa difficile fase emergenziale, anziani e persone fragili.

“Pensiamo che la semplicità di informazioni sia la chiave per riuscire a superare questo difficile momento, senza creare false aspettative in chi invece ha tutto il diritto di affrontare la quotidianità con la consapevolezza del rischio che tutti stiamo correndo ma anche la speranza di uscire presto da questo incubo. La popolazione anziana non va illusa- continuano i Sindacati- gli anziani non sono bambini. E invece a fine gennaio la Regione ha addirittura annunciato di essere nelle condizioni di avviare la fase due abbassando la fascia d’età da coinvolgere nella fase due vaccinazione. Non come nel resto d’Italia rivolta agli ultraottantenni, bensì agli over 75. Salvo poi tornare indietro sui suoi passi per la carenza di dosi. Carenza che sta interessando tutto il mondo. Come Basilicata ci siamo riadeguati alla linea nazionale, così come sancito in Conferenza stato regioni dal ministro Speranza e dal commissario Arcuri. Si torna agli over 80. Ma qualcuno lo ha comunicato ai cittadini?”.

Chiediamo che si renda noto il Piano vaccinale, che venga avviata una campagna informativa per sensibilizzare i cittadini. La Regione fissi delle priorità con i calendari delle vaccinazioni da mettere a disposizione della popolazione. Altrimenti si rischia di generare confusione tra i più fragili, generando disfunzioni nel sistema organizzativo della campagna. Qual è l’organizzazione?  Esiste un numero verde? In altre regioni è già operativo come pure le piattaforme di prenotazione. Anche se forse le istituzioni potrebbero fare di più. Dovrebbero semplificare le procedure. Penso che un’organizzazione che scarica sull’anziano tutti gli adempimenti per prenotare gli appuntamenti e ricevere concretamente la vaccinazione o anche le sole informazioni sia un sistema destinato a fallire.

Si potrebbe pensare ad un sistema di chiamata gestito a monte dalle Aziende sanitarie, in collaborazione con i medici di base e con i sindaci. Solo in questo modo si potrà dare priorità ai soggetti più fragili e agli ultraottantenni. Come Sindacato comprendiamo l’impossibilità di fare previsioni certe sull’arrivo delle forniture ma crediamo sia necessario avviare una campagna di reclutamento del personale addetto alle inoculazioni ma anche di raccolta delle adesioni. Le istituzioni devono contattare il cittadino disabile, l’anziano, il malato non il contrario. È opportuno che sia garantita una presa in carico, dall’appuntamento alla somministrazione delle due dosi necessarie a garantire l’immunità dal coronavirus”. Infine la proposta concreta di Spi, Fnp, Uilp: “Noi come sindacato offriamo la nostra disponibilità a porci come anello di congiunzione tra medici, sindaci e istituzioni sanitarie. Mettendo a disposizione la nostra conoscenza delle problematiche legate all’universo degli anziani e la nostra vicinanza alle fasce d’età che saranno a breve coinvolte nella fase due. L’auspicio è che la Regione, questa volta, non voglia fare tutto da sola, lasciando e che invece decida di coinvolgere i sindacati, le associazioni. Il rischio è di veder fallire per colpa di una scarsa adesione, quella che è l’unica via d’uscita per uscire presto e bene da questo tunnel. Si faccia presto e bene”.