Si svolgerà domani a Ferrara, alle ore 21:00 presso la sala Estense, la rappresentazione teatrale “Un condominio particolare”, tappa conclusiva della quinta edizione del percorso laboratoriale del progetto “Il teatro e il benessere”, rivolto a persone affette da malattie degenerative, loro familiari, care givers, operatori socio assistenziali e studenti universitari promosso da: ASP-Centro Servizi alla Persona/Servizio Anziani, sindacati CGIL-SPI, CISL-FNP, UIL-Pensionati, Centro Teatro Universitario di Ferrara.

Creare un ulteriore legame tra processi di cura e processi creativi è uno degli intenti del percorso. La malattia e la sua cronicizzazione impongono un cambiamento radicale di vita, delle persone direttamente coinvolte e anche dei familiari, che almeno agli esordi è vissuto prevalentemente come un arresto totale di vita, uno scompaginamento in cui sembra difficile attivare risorse.
Un’esperienza teatrale, se integrata nell’insieme delle attività riabilitative, può considerarsi un efficace strumento all’interno di una riabilitazione multifunzionale.
Il percorso laboratoriale si propone come spazio-tempo separato dalla quotidianità, dove è possibile soprattutto presentarsi agli altri a prescindere dalla malattia, sperimentare insieme ai compagni e ai familiari, un cerchio di attenzione, di solidarietà, di incoraggiamenti reciproci, di costruzione di una impresa comune che crea un respiro collettivo, che mette in contatto con i propri limiti ma nel contempo con le proprie risorse, che mira a riattivare le parti “sane” per contrastare la mortificazione della malattia, che crea nuove modalità relazionali.

Il condominio è un pretesto per parlare, non delle difficoltà e delle tensioni che pure esistono nelle coabitazioni, ma di persone che lo vivono e che, piano piano, dismettono quote di diffidenza, indifferenza, invadenza, per costruire fili di conoscenza, ironia, canzonature, balli, solidarietà, in cui ciascuno può trovare uno spazio vitale ed uscire dall’invisibilità quotidiana.
E’ la scelta ardua di uscire dall’anonimato e da una porta sprangata, di provare a creare una comunità reale e non virtuale, come molte ce ne sono e il cui bisogno ha forse e comunque a che fare con la ricerca di appartenenze.