“Non si può garantire una buona qualità della vita quando manca di tutto. Si vive nella sanità pubblica dove manca una medicina del territorio. Quella generale sarebbe un filtro utile. Il Pnrr unico vaccino per dare nuove garanzie” Così gli Esecutivi unitari di Spi, Fnp,Uilp Siracusa.

“È come se l’intera popolazione fosse destinata a vivere una perenne condizione economica, sociale e sanitaria della “mancanza”. Una sorta di variante perversa che colpisce le fasce più deboli e il resto delle famiglie. La si vive nella sanità pubblica dove manca una medicina del territorio. Quel pronto intervento della Medicina generale, dei pediatri, degli specialisti e delle guardie mediche che potrebbero garantire assistenza preventiva e continuativa a chi soffre di patologie croniche e dell’invecchiamento. Un filtro utile a non intasare il sistema ospedaliero. Ospedali che, inoltre, sono diventati per la maggior parte strutture covid bloccando, purtroppo, l’assistenza a chi soffre di cronicità, la chirurgia e terapie salvavita per malati oncologici”. Nel corso degli Esecutivi Spi, Fnp, Uilp Siracusa è emerso, con forza, anche il tema della mancanza di assistenza sociale e sanitaria agli anziani, ai disabili e ai non autosufficienti. “Un carico per le famiglie che devono occuparsi della cura dei loro cari sottolineano i tre segretari Totale abnegazione delle donne di casa o ricorso a badanti che, senza adeguata formazione e spesso in nero, rendono ancora più pesante economicamente la gestione di tutto questo. Se aggiungiamo, poi, il ricorso a case di riposo dai costi esosi, non rintracciabili in alcun albo regionale o comunale e sconosciute alle stesse Asp, il problema diventa molto grave”.

“Una qualità della vita che manca come ci ricordano le statistiche annuali. Sorvolando sulle ataviche carenze infrastrutturali, mancano i centri anziani che possano diventare riferimento per l’invecchiamento attivo, gli stessi parchi abbandonati a sé stessi così come un’adeguata rete digitale per usufruire di servizi basilari”. C’è bisogno di un cambio di passo. Chi ha responsabilità deve iniziare ad operare e non solo enunciare. C’è bisogno di attivarsi per dare risposte a quel bisogno sociale, sanitario ed economico che sta crescendo giorno dopo giorno. Si rendano operativi i Tavoli istituzionali già costituiti. Si utilizzino accordi e protocolli già siglati convocando quella Rete del territorio che opera quotidianamente per sopperire a ciò che manca. Serve programmare bene nell’imminente arrivo delle risorse del PNRR. Ci vogliono progetti concreti per sfruttare al meglio questa opportunità unica e forse irripetibile. Fondi che possono avere una valenza enorme in termini sociali, economici e occupazionali perché il welfare crea lavoro. Noi siamo pronti al dialogo e al confronto, ma serve un forte cambiamento. Le uniche cose che non mancano sono le troppe parole spese e rimaste tali. Ora si agisca. Non si può garantire una buona qualità della vita quando manca tutto. Il Pnrr unico “vaccino” per dare nuove garanzie.”