Spi, Fnp, Uilp Pordenone tramite una nota unitaria emanata venerdì 30 ottobre sottolineano come sarebbe utile, in questo momento di emergenza, una linea diretta di informazione telefonica a cui le persone anziane possano risvolgersi.

“Riceviamo telefonate e richieste tutti i giorni di pensionati e pensionate che pongono domande di ogni tipo. In modo particolare sui percorsi da seguire per avere accesso ai servizi sociali e sanitari. A diversi quesiti riusciamo a rispondere ma per molti di questi ci servirebbero indicazioni precise da parte delle istituzioni preposte. Né possiamo limitarci a dire loro di visionare i siti dei Comuni quando il più delle volte varrebbe un punto di ascolto psicologico I numeri del contagio salgono e angoscia quanto avviene nelle strutture che ospitano anziani. Questo dovrebbe indurre a un confronto per trovare soluzioni condivise. Ed è altrettanto vero che molte delle soluzioni che si rincorrono oggi si potevano predisporre ieri. La prevenzione vuol dire esattamente questo”. I sindacati dei pensionati evidenziano che “I primi cittadini sono l’autorità sanitaria primaria nel territorio di loro competenza e in tal senso ci siamo attivati chiedendo uno specifico incontro, in prima battuta con i sindaci dei Comuni di mandamento e con i Presidenti di ambito sociale. La prima questione è l’informazione alle persone che deve essere chiara e indicare, a fronte delle diverse situazioni personali poste, risposte e prestazioni effettivamente esigibili. Guardando a tutti e ascoltando tutti e ricordando che un terzo della popolazione, a cominciare dal capoluogo, è anziana.”

A Spi, Fnp, Uilp “parrebbe utile vi fosse, allestendolo, un riferimento telefonico adeguato, veloce e attrezzato che è in grado di aiutare, rispondere, indirizzare le persone. Uno strumento che potesse rafforzare analoghe iniziative contenute nei provvedimenti nazionali e regionali.

La pressione sugli ospedali, si diceva non solo all’inizio dell’epidemia, deriva in buona parte anche dal fatto che non c’è una organizzazione domiciliare adeguata. Mentre ci vengono forniti tantissimi numeri ospedalieri, come siamo messi nei servizi territoriali? Si sta parlando riorganizzazione sanitaria e non vorremo che essa si traducesse nello spostare personale da un servizio ad un altro, più che un vero e proprio rafforzamento del sistema. Adesso si legge, che saranno coinvolti anche i medici di medicina generale. Ci auguriamo non nello stesso ambulatorio dove vanno gli altri pazienti e fornendo loro strumenti adeguati. Sarebbe utile individuare luoghi appositi dove svolgere l’attività di test e qui i sindaci potrebbero essere d’aiuto”. Concludono i Sindacati dei pensionati: “non si debbono dimenticare tutti i pazienti no-Covid, che sono tanti, e spesso portatori di patologie importanti, come gli anziani. Qui anche serve chiarezza e trasparenza per evitare altre liste di attesa e non lasciare indietro nessuno”.