Proprietari e gestori delle RSA del Lazio non consentono lo svolgimento del ruolo dei comitati di partecipazione delle RSA, facendo venire meno le condizioni per la loro convocazione.”

Per questo motivo Spi, Fnp, Uilp Lazio chiedono all’Assessore alla sanità della Regione la convocazione urgente di un tavolo di confronto con i gestori delle RSA acreditate.

“Nei mesi scorsi – si legge nella nota unitaria – la Regione, su sollecito dei sindacati dei pensionati del Lazio, ha richiesto alle strutture di conoscere costituzione e composizione dei comitati di partecipazione, molti dei quali ad oggi devono ancora essere rinnovati oppure integrati, ed altri ancora devono essere costituiti.

A distanza di due anni si continua a registrare una diffusa autoreferenzialità dei responsabili delle Rsa accreditate, la cui gestione oltre ad essere alquanto opaca si basa sulla consolidata pratica a non confrontarsi con il sindacato, con i familiari e con i comitati di partecipazione, nonostante i ripetuti solleciti e richieste da parte delle organizzazioni sindacali di aperture al confronto. Richieste totalmente inascoltate.

Dall’inizio della pandemia Spi, Fnp, Uilp del Lazio si sono adoperati per verificare la corretta gestione delle RSA chiedendo di conoscere l’andamento dei tamponi effettuati su ospiti e operatori, nonchè lo stato di attuazione delle ordinanze e deliberazioni regionali in tema di prevenzione e di separazione dei percorsi, fino ad arrivare alle richieste di questi ultimi giorni circa lo stato dell’arte della somministrazione dei vaccini all’interno delle strutture e se il personale non vaccinato sia stato impiegato a svolgere altre mansioni che non prevedano il rapporto diretto con gli ospiti.

Inascoltate anche le richieste di attuazione di progetti di umanizzazione delle cure nelle Rsa , già ampiamente condivisi con la Regione Lazio sin dal momento della stesura dei regolamenti dei comitati di partecipazione.

Nello specifico le RSA sono state sollecitate, invano, a costituire delle strutture protetta, le c.d. “stanze degli abbracci” per garantire il diritto alla partecipazione dei familiari degli utenti alla vita dei loro congiunti e a porre in essere, nelle diverse forme, l’umanizzazione nella tutela degli utenti delle Rsa.