Coordinamenti Donne Spi Cgil Fnp Cisl Uilp Uil Emilia Romagna

Sarà un 8 Marzo 2015 vissuto tra paure, speranze e voglia di lottare, quello del sindacato. Bastano due cifre per spiegarlo: a parità di lavoro per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna prende 84 centesimi; e poi: il tasso di disoccupazione più alto in Italia è quello delle ragazze del sud, ben superiore al 50%.

Per noi “8 marzo” quest’anno vuol dire lottare per il lavoro, i diritti e il futuro delle ragazze, dei ragazzi. Ma anche per affermare il diritto di tutte le persone ad invecchiare con dignità. Per le donne la discriminazione continua oltre la stagione lavorativa visto che, come è ormai risaputo, hanno pensioni vistosamente più basse degli uomini. Le donne pensionate di Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna vogliono far sentire la loro voce in questo momento di difficoltà, nel Paese e nel mondo, contro i conflitti e le disuguaglianze che sono all’ordine del giorno.

Le prime a pagare la conseguenza delle difficoltà sociali, in questi anni di crisi, sono state proprio le donne e oggi questa tendenza si conferma. Se la disoccupazione ha colpito maggiormente donne e ragazze, allo stesso tempo è aumentata la violenza nei loro confronti, anche la violenza sulle donne anziane, in particolare nel contesto familiare; la povertà ha colpito soprattutto le pensionate, che spesso sono sole.

Siamo una generazione di donne che ha fatto battaglie per le pari opportunità, per far crescere la consapevolezza e la voglia di partecipazione in particolare nelle giovani generazioni. Per questo sappiamo che ci sono azioni politiche e strumenti che possono contribuire a migliorare la condizione delle donne di tutte le età.

Pensiamo che un’opportunità importante sia la legge regionale recentemente approvata “per la parità e contro le discriminazioni di genere”: uno strumento fondamentale per affermare la democrazia paritaria; la medicina di genere, con una particolare attenzione al rilancio dei consultori familiari; l’attenzione al linguaggio che vada aldilà della sua presunta neutralità; il contrasto alla violenza sulle donne attraverso una precisa definizione di percorsi culturali, educativi e di reti di tutela che riguardino oltre che le madri, i loro bambini, attraverso presidi quali i Centri antiviolenza e le case rifugio; le politiche contro ogni discriminazione; le politiche di conciliazione e condivisione; l’educazione al genere ed alla parità; infine l’affermazione di strumenti di programmazione della Pubblica amministrazione come il bilancio di genere. Sono contenuti che vanno sostanziati dalla loro concreta applicazione ed è nostro ruolo sollecitarne l’ applicazione.

Noi donne di Spi, Fnp e Uilp pensiamo inoltre che vada ripresa una forte iniziativa unitaria sulla previdenza, un ambito nel quale si misurano le discriminazioni più odiose: la cosiddetta parità di trattamento è in realtà assolutamente lontana dalla concreta storia lavorativa delle donne, che è fatta di interruzioni per il lavoro di cura.

Vogliamo che queste considerazioni e consapevolezze diventino temi per un lavoro comune volto a migliorare la qualità della vita delle donne e degli uomini che rappresentiamo. Un otto marzo di lotta e speranza: è questo è nostro migliore augurio!

Bologna 8 marzo 2015