Il cohousing intergenerazionale è un modello abitativo fondato sulla convivenza solidale tra persone anziane e studenti. Previo pagamento di un piccolo contributo economico, ragazze e ragazzi fuori sede possono affittare una stanza all’interno dell’abitazione di una persona anziana.
Una risposta a caro affitto e solitudine
Negli ultimi anni il costo dell’affitto per gli studenti universitari nelle principali città italiane è aumentato in maniera esorbitante. Nel 2024, in Italia ci sono circa 4,6 milioni di persone over65 che vivono sole in case spesso troppo grandi per loro. Il cohousing intergenerazionale rappresenta uno strumento concreto per combattere l’isolamento delle persone anziane e contrastare l’emergenza del caro-affitti. Grazie a questo modello:
- si riduce il costo dell’abitare.
- si favorisce la socialità.
- si migliora la qualità della vita per entrambe le parti.
Il cohousing mette in comune spazi, tempo e competenze, risponde a bisogni concreti e rende le comunità più inclusive e solidali, in un’ottica di reciprocità tra generazioni.
Però è necessario che le Istituzioni competenti facciano da tramite tra pensionati e studenti.
Per questo chiediamo alle Regioni, ai Comuni e alle Università di istituire un programma attraverso il quale si possa garantire uno scambio sicuro e conveniente sia per i giovani sia per gli anziani.
Co-Housing intergenerazionale: perché serve un accordo quadro?
Perché il cohousing intergenerazionale possa diventare una pratica diffusa e tutelata, servono strumenti chiari e condivisi.
Un accordo quadro nazionale tra Istituzioni, Sindacati e Università potrebbe:
- definire linee guida omogenee in materia di abitare condiviso.
- garantire standard di sicurezza, qualità e tutela per entrambe le parti.
- favorire la nascita di progetti pilota pubblici e privati.
- promuovere una cultura della convivenza solidale tra generazioni come risposta strutturale a isolamento e caro-affitti.