Fondo “Dopo di noi” La delibera n. 55/2022/G della Corte dei Conti – Gestione di controllo di gestione delle Amministrazioni dello Stato – pubblicata sul proprio sito il 12/01/2023, evidenzia con chiarezza come l’applicazione di una legge nel nostro Paese risulti ancora frammentata e molto limitata.

La delibera si riferisce all’analisi conclusiva recante “attuazione delle misure previste dalla legge 22 giugno 2016, n. 112, volte a favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare” condotta dalla Corte dei Conti conosciuta come legge “Dopo di Noi” con la quale si introducevano apposite misure volte alla presa in carico della persona con disabilità favorendo l’inclusione e l’autonomia. Accolta come un grande atto di civiltà, la legge proprio per garantire adeguate misure di assistenza e evitare l’istituzionalizzazione, istituiva uno specifico Fondo cd. “Dopo di Noi” che incrementato, nel triennio 2021-2023, dalla legge di bilancio 178/2020, ammonta ad oggi a 76,1 milioni di euro.

Le risorse, ripartite annualmente alle regioni e PA, sono destinate alla programmazione di progetti rivolti alle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare o comunque in vista del venir meno del sostegno stesso. L’ analisi della Corte dei Conti, è orientata alla rilevazione degli elementi organizzativi e procedurali attraverso cui i diversi soggetti istituzionali coinvolti hanno provveduto all’attuazione dei programmi di spesa in argomento, al fine di verificare la corretta utilizzazione dei fondi e il grado di realizzazione delle misure previste, rilevando le criticità della relativa gestione.

Le osservazioni contenute nella delibera, si focalizzano proprio sull’utilizzo di queste risorse, mettendo in evidenza, che solamente 8.424 persone risultano di avere effettivamente beneficiato delle prestazioni erogate a fronte di una platea potenziale di destinatari tra i 100 e i 150 mila soggetti.

Un’applicazione della legge, quindi molto limitata a livello territoriale, evidenziando, ancora una volta, le difficoltà delle regioni del Mezzogiorno alla programmazione di progetti specifici indirizzati alle persone con disabilità grave senza sostegno familiare e di conseguenza, all’utilizzo del fondo.

La Corte, in premessa, rammenta che Il riparto delle risorse, effettuato sulla base di un criterio che doveva essere sperimentale (quota della popolazione regionale nella fascia di età 18-24 anni, calcolata secondo i dati ISTAT della popolazione residente), è stato mantenuto nonostante non garantisce automaticamente finanziamenti adeguati ai bisogni delle collettività localizzate a livello regionale. Dall’analisi dei dati delle risorse trasferite è emerso anzitutto un ritardo diffuso nell’uso delle stesse rispetto alle annualità nelle quali sono state assegnate. Il sistema delineato, che subordina la possibilità di incassare le risorse assegnate alla dimostrazione, da parte delle Regioni, dell’avvenuto impiego di quelle ricevute nel secondo anno precedente, attraverso appositi atti di rendicontazione, ha costituito uno stimolo all’uso delle stesse per le finalità alle quali sono state destinate. Non tutte le Regioni, tuttavia, hanno sempre provveduto a trasmettere al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale, gli atti di rendicontazione. Spesso, le rendicontazioni sono state inviate con notevole ritardo, rinviando di conseguenza l’erogazione delle risorse.

L’inadempimento delle Regioni ha avuto come conseguenza l’erogazione parziale delle risorse: a fronte di risorse assegnate con i decreti di riparto, dal 2016 al 2021, per un importo complessivo di circa 466 milioni di euro, i trasferimenti alle Regioni sono stati pari, nello stesso periodo, soltanto a circa 240 milioni di euro e solamente sei Regioni risultano aver ricevuto tutte le somme complessivamente assegnate. Inoltre, è emersa la mancata rendicontazione di una parte consistente delle stesse e l’effettiva attribuzione delle risorse ai destinatari.

Le considerazioni che la Corte dei Conti fa sono da imputarsi alla mancanza di strumenti idonei ad arginare tempestivamente i ritardi e a superare le inadempienze delle Regioni che non hanno consentito di verificare che le risorse stanziate nel bilancio dello Stato siano state interamente utilizzate per il fine al quale sono destinate e nei tempi programmati. Una complessità, ricorda la Corte, determinata anche dall’intervento di diversi livelli istituzionali (Ministeri, Regioni, Ambiti territoriali e Comuni) con competenze il cui esercizio coordinato non è risultato sempre di semplice attuazione. Occorre secondo la Corte, una maggiore semplificazione delle competenze a livello centrale, data la molteplicità di soggetti coinvolti, considerato che la cointestazione di funzioni e la non sempre chiara definizione delle stesse non trova spesso bilanciamento in strumenti idonei ad arginare gli effetti della conseguente complessità delle procedure e della relativa tempistica. Inoltre, il sovrapporsi di leggi nel tempo ha determinato, una disorganicità del tessuto normativo alla quale dovrebbero porre rimedio i decreti legislativi che il Governo dovrà adottare “per la revisione e il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità” (legge n. 227/2021). La situazione attuale, in ogni caso, mette in luce sia l’urgenza di dover determinare i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) da garantire alle persone con disabilità, sia la necessità di controlli idonei a verificare, su tutto il territorio nazionale, la corretta e completa attuazione della legge n. 112/2016.

Nel contesto delineato, la Corte dei Conti sottolinea, urgente e necessario rafforzare i meccanismi e gli strumenti di governance che possano accompagnare un processo di riduzione dell’eterogeneità tra i diversi territori, quanto meno con riferimento alla spesa. Allo stesso fine può risultare utile fare emergere, dalle situazioni analizzate, le prassi significative in termini di risultati raggiunti, in modo che le competenze dei territori possano crescere a partire dalle esperienze realizzate dalle Regioni che sono riuscite a utilizzare pienamente e prontamente le risorse trasferite.

In particolare, la Corte dei Conti chiede al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di:

-procedere alla predisposizione della relazione sullo stato di attuazione della legge n. 112/2021 da presentare al Parlamento;

-stimolare il popolamento della banca dati SIOSS con le informazioni rilevanti nella materia trattata;

-svolgere le verifiche sull’efficace gestione delle risorse del Fondo in esame.

Alla Presidenza del Consiglio dei ministri chiede, di assicurare un’implementazione delle campagne informative e di analisi delle problematiche emerse, al fine di diffondere la conoscenza delle disposizioni della legge e delle altre forme di sostegno pubblico previste per le persone con disabilità grave, in modo da consentire un più diretto ed agevole ricorso agli strumenti di tutela previsti nonché di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla finalità di favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità.

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