“Come Uilp esprimiamo la nostra preoccupazione e la nostra contrarietà all’ipotesi di un contributo del 3% per i pensionati”.

È questo il commento del Segretario generale della Uil Pensionati Romano Bellissima alla notizia di un emendamento alla manovra presentato da due parlamentari della Lega che prevederebbe per i pensionati i cui trattamenti pensionistici superino i 60mila euro l’anno il pagamento per 3 anni di un contributo del 3%. “Come Uilp siamo sempre stati contrari a interventi di questo tipo.

Ci sembra infatti – prosegue Bellissima – in primo luogo una misura discriminatoria nei confronti dei pensionati, perché li considera in modo diverso rispetto agli altri percettori di reddito in età attiva. Inoltre, trascura il fatto fondamentale che le pensioni previdenziali non sono una elargizione dello Stato, di cui lo Stato può disporre a suo piacimento, ma il risultato di anni di lavoro e di contributi pagati dal lavoratore e dal datore di lavoro. Contributi previdenziali che in Italia sono tra i più elevati d’Europa. Va poi considerato che a monte di queste pensioni ci sono redditi certi sui quali i lavoratori hanno pagato le tasse, a differenza di quanti sulla carta risultano essere molto più poveri ma che nella realtà sono molto più ricchi.

Infine, in Italia i pensionati pagano le tasse anche sulle pensioni, in misura maggiore rispetto a molte altre nazioni europee. Siamo preoccupati anche perché questi pensionati sono già penalizzati, in quanto non hanno il recupero integrale dell’inflazione e per questo le loro pensioni si sono significativamente impoverite negli anni. Ci rendiamo conto – afferma ancora Bellissima – che la situazione è difficile e che ogni cittadino è chiamato a dare il proprio contributo, ma non è questa la strada. Ci auguriamo quindi che l’emendamento non sia accolto e che non si introducano modifiche alla manovra per quanto riguarda questo aspetto. Ci auguriamo – conclude il Segretario generale della Uilp – che intelligenza e senso di responsabilità guidino il nostro Governo e il nostro Parlamento, così come sembra stia accadendo, per quanto riguarda gli invalidi. Ci sembra infatti molto positiva la decisione che pare stia maturando nel Governo di eliminare dal testo di conversione in legge del decreto l’innalzamento dal 74% all’85% della percentuale di invalidità necessaria ai fini della concessione dell’assegno mensile agli invalidi civili parziali. Un innalzamento che produrrebbe risparmi assai modesti e che non colpirebbe i falsi invalidi, ma persone disabili escluse anche loro malgrado dal mondo del lavoro e con redditi esigui”.