Signora/Signore,

Nella Sua qualità di candidata/candidato del Partito ____________________ alla Presidenza del Parlamento Europeo per le elezioni del prossimo maggio, la Federazione Europea dei Pensionati e delle Persone Anziane (FERPA) che, forte dei suoi 10 milioni di membri di 21 Paesi europei, è la prima organizzazione europea rappresentativa delle persone anziane, si permette di rivolgersi a Lei per attirare la Sua attenzione sulla situazione degli anziani, che è ampiamente passata sotto silenzio nei vari programmi elettorali.

Tenuto conto delle evoluzioni demografiche, fortunate per quel che riguarda i miglioramenti nell’aspettativa di vita conquistati nel corso degli ultimi decenni, questa categoria della popolazione è sul punto di diventare la categoria elettorale più importante, se si crede in loro, secondo le diverse proiezioni fatte.

Tuttavia, questo miglioramento nella longevità non si traduce in un miglioramento in buone condizioni di vita, in benessere e in salute. E questo per numerose ragioni…

La qualità della vita al momento del pensionamento è ampiamente dipendente dai livelli delle risorse di cui beneficiano i pensionati

Certo Lei non può ignorare che i vari piani di rigore e di restrizioni budgetarie portati avanti in questi ultimi anni all’interno dell’Unione Europea hanno avuto un impatto non trascurabile sulle risorse dei pensionati e sulle loro condizioni di vita. In numerosi Paesi europei essi hanno visto l’importo delle loro pensioni, se non proprio ristagnare, in numerosi casi regredire anche del 15%! Le conseguenze hanno causato difficoltà nel nutrirsi, nel pagare l’alloggio, nel vestirsi, negli spostamenti, nelle cure sanitarie…

La situazione è ancor più allarmante per le donne pensionate, che sono la maggioranza in questo settore di popolazione e che hanno pensioni ancora più basse. Spesso hanno dovuto interrompere le loro carriere quando lavoravano allo scopo di accudire i figli, oppure, oggi, per curare gli anziani malati. In tutti i modi, esse hanno sempre avuto salari inferiori a quelli degli uomini per competenze e lavoro uguali.

Anche la FERPA si aspetta da Lei, e dagli eletti che rappresenterà, un impegno fermo per prendersi carico di queste situazioni e apportarvi una risposta soddisfacente, nell’interesse dei pensionati, il cui lavoro passato ha contribuito allo sviluppo del proprio Paese e dell’Unione Europea e per il quale è legittimo aspettarsi il giusto riconoscimento.

L’aumento dell’aspettativa di vita non è sinonimo di aumento della vita in buona salute al momento del pensionamento.

Come Lei saprà, l’aspettativa di vita in buona salute, per gli uomini e per le donne, è limitata a 68 anni, secondo le statistiche Eurostat.

Indipendentemente dalle cause esogene, ve ne sono altre inerenti all’età e al suo aumento. In effetti, il rischio di perdere la propria autonomia è più elevato tra gli anziani che nelle altre categorie della popolazione. Eppure questo rischio è tenuto in poco conto a livello dei vari Stati membri – anche se alcuni se ne occupano e hanno già fornito delle risposte – e a livello europeo.

Insieme alla questione del reddito, la perdita di autonomia, con le cure sanitarie e di lunga durata che essa implica, è una delle preoccupazioni principali della FERPA e dei suoi membri.

E’ per questo che la FERPA, coerente con l’obiettivo di una vita degna e di qualità per le persone anziane, nel 2013 aveva deposto presso i servizi della Commissione un Progetto di Iniziativa di Cittadinanza Europea (ICE), seguendo il nuovo Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Tale progetto mirava a richiedere alla Commissione di prendere un’iniziativa – se possibile legislativa – affinché tutti gli Stati membri, secondo le modalità che sono loro proprie, prendessero le misure necessarie e pertinenti per tutte le persone con perdita di autonomia – qualunque fosse l’età – affinché queste potessero beneficiare delle cure e dei servizi inerenti al loro stato di salute, permettendogli di curarsi e di vivere con dignità.

Per delle ragioni che ci è difficile comprendere e che ci sembrano risultare più politiche che giuridiche, l’attuale Commissione, a fine mandato, ha rifiutato il nostro ICE.

Abbiamo quindi deciso di deporre un ricorso davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ma non possiamo permetterci di aspettare la decisione della Corte, che interverrà solo dopo anni di procedure.

E’ per questo che abbiamo deciso di lanciare ugualmente, a partire dalla formazione della prossima Commissione, una nuova Iniziativa sul tema socialmente più importante.

Inoltre, sollecitiamo il Suo sostegno e appoggio determinato, oltre a quello dei membri del Suo partito politico, per permetterci di portare a compimento questa nuova Iniziativa.

Restiamo a Sua disposizione per dibattere sul tema e La ringraziamo anticipatamente dell’interesse che mostrerà per la nostra azione, e non mancheremo di informare i nostri membri e le nostre organizzazioni.

Cara Signora, Caro Signore, La preghiamo di voler accettare la nostra rispettosa considerazione.

Bruno Costantini Segretario Generale

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