La lettera, indirizzata al Segretario Generale della FERPA Costantini, del candidato alla Presidenza Schulz e le proposte relative alla salvaguardia dei sistemi pensionistici contenute nel programma di Schulz e del PSE
Caro Signor Costantini,
a nome di Martin Schulz, candidato comune del Partito Socialista Europeo, vi ringraziamo per il Suo messaggio e per il Suo impegno a favore dei pensionati e anziani.
Come sottolineato dal manifesto del Partito Socialista Europeo adottato dall’insieme dei partiti socialisti e social-democratici, accordiamo una priorità del tutto particolare alla costruzione dell’Europa Sociale, di un’Europa più giusta verso tutti i cittadini, qualunque sia la loro età e le loro condizioni.
Questo manifesto, che definisce le nostre priorità per i prossimi 5 anni, mette particolarmente in evidenza la necessità di assicurare «la presa in carico delle persone anziane, come pure delle pensioni adeguate» come elemento fondante delle nostre società (capitolo 4). Inoltre, nel capitolo 5, ci auguriamo la messa in atto «di una regola vincolante a livello europeo in grado di eliminare gli scarti salariali e quelli delle pensioni fra donne e uomini».
Ci permettiamo pure di attirare la Sua attenzione sulle prese di posizione riguardo il futuro dei regimi pensionistici elaborate dal gruppo S-D al Parlamento Europeo (qui di seguito).
Attorno a Martin Schulz, che, come ben sa, non smette di ricordare la necessità per l’Europa di rispondere ai bisogni di tutti i cittadini nel loro insieme, noi ci battiamo per riguadagnare una maggioranza progressista nel seno del Parlamento Europeo, allo scopo di permettergli di essere il prossimo Presidente della Commissione Europea e di riorientare così la costruzione europea verso una maggiore giustizia e benessere per tutti.
Infine, come Lei ben sa, il nostro gruppo politico S&D al Parlamento Europeo, con l’intermediazione della Sig.ra Zita Gurmai, relatrice del PE sul tema, e lo stesso Sig. Schulz, hanno giocato un ruolo decisivo nell’attuazione dell’iniziativa di cittadinanza europea (Ice), strumento importante per l’approfondimento della democrazia europea.
Ci rallegriamo dunque nel vedere che questo è utilizzato per promuovere delle questioni sociali fondamentali come quelle che Lei sostiene. La incoraggiamo vivamente a continuare in tal senso.
Ringraziandola ancora una volta per il Suo messaggio e il Suo impegno, La saluto cordialmente.
Patito Socialista Europeo,
a nome di Martin Schulz, candidato comune del PSE
S&D – Gruppo di Alleanza Progressista dei Socialisti & Democratici al Parlamento Europeo
Preservare la solidarietà nei nostri sistemi pensionistici
Nel luglio del 2010 la Commissione Europea ha pubblicato un Libro Verde intitolato “Verso sistemi di pensionamento adeguati, validi e sicuri in Europa”. A questo, due anni dopo è seguito un Libro Bianco contenente delle proposte più dettagliate (febbraio 2012). Su questo Libro Bianco, la Commissione invitava gli Stati membri a coordinare le loro politiche sulle pensioni e di procedere a importanti riforme su questo tema, che ha un’influenza diretta sul finanziamento delle pensioni. Ciò arriva in un periodo in cui i sistemi pensionistici degli Stati membri si ritrovano sotto una pressione crescente, per gli effetti della crisi, di una popolazione che invecchia, di una pressione sulle spese pubbliche e degli sforzi dei datori di lavoro volti alla riduzione del loro impegno in materia di pensioni.
La questione del futuro delle pensioni è fondamentale dal momento che si tratta di preservare la qualità di vita dei cittadini europei. I Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo riconoscono le difficoltà riscontrate dagli Stati membri, ma non siamo convinti dell’utilità di un avvenire in cui i lavoratori pagherebbero di più, lavorerebbero più a lungo e riceverebbero meno nella loro pensione. Noi preferiremmo preservare la dimensione di solidarietà nei nostri sistemi pensionistici – oggi e nell’avvenire.
Questa era la nostra linea direttiva quando abbiamo negoziato la risposta del Parlamento al Libro Bianco della Commissione. Il rapporto è stato adottato nel maggio 2013 da una maggioranza schiacciante.
I nostri principi
Rafforzare le pensioni finanziate dallo Stato
I problemi budgetari nazionali sono in primo luogo il risultato del malfunzionamento dei mercati finanziari e non di sistemi pensionistici non validi. Nonostante ciò, i regimi pensionistici pubblici sono stati indeboliti da un forte innalzamento del lavoro precario e non dichiarato – più del 20% del PIL in alcuni stati membri – e dall’esclusione di troppi lavoratori dal mercato del lavoro. L’Europa deve creare un maggior numero di impieghi decenti con dei salari decenti allo scopo di poter aumentare i contributi dei datori di lavoro e degli impiegati nei sistemi pensionistici. Per questo noi esigiamo:
- ‐ Una legislazione europea contro il lavoro precario e atipico;
- ‐ Un’ispezione europea del lavoro come pure il rafforzamento delle ispezioni nazionalidel lavoro allo scopo di lottare contro il lavoro non dichiarato;
- ‐ Una strategia economica e industriale comune volta a stimolare l’investimento e acreare nuovi impieghi di qualità, finanziata dalle nuove risorse di reddito, tra cui una tassa sulle transazioni finanziarie e degli sforzi decuplicati per lottare contro l’evasione fiscale e per eliminare le scappatoie fiscali.
Aumentare l’età effettiva del pensionamento
Alcuni studi recenti sottolineano che gli Stati membri con una forte percentuale di lavoratori anziani hanno generalmente dei tassi di disoccupazione dei giovani
relativamente bassi. Il pensionamento avanzato non costituisce dunque un mezzo efficace di creazione di nuovi impieghi per i giovani. Sarebbe preferibile porre l’accento sull’aumento dell’età effettiva di pensionamento. In tale contesto, sono essenziali migliori condizioni di lavoro, come pure migliori regole di salute e di sicurezza sul lavoro. Chiediamo ugualmente un investimento importante a livello di educazione, di formazione e di apprendistato nel corso della vita allo scopo di permettere ai lavoratori di essere e di restare competitivi sul mercato del lavoro. Nello stesso tempo è necessario ridurre le ratio di dipendenza economica dall’aumento del numero delle persone – in particolare donne, minoranze etniche, immigrati, giovani lavoratori e persone disabili – che partecipano al mercato del lavoro e che richiedono l’acquisizione di diritti di pensione individuali. Nonostante ciò, abbiamo rifiutato fermamente ogni legame automatico fra l’età legale al pensionamento e l’evoluzione dell’aspettativa di vita.
Garantire pensioni minime adeguate
L’Unione Europea deve assumersi l’iniziativa per quel che riguarda lo sviluppo di una comprensione comune relativa all’adeguamento delle pensioni. Gli Stati membri devono garantire che le pensioni permettano alle persone anziane di vivere in dignità, con un accesso ai servizi sociali e sanitari e a un alloggio adeguato. Dobbiamo disporre di indicatori affidabili attraverso l’UE per poter verificare se tali obiettivi sono stati raggiunti. I sistemi pensionistici privati non possono rimpiazzare quelli pubblici, perché manca la dimensione della solidarietà. I sistemi pensionistici privati non devono essere portati avanti a detrimento dei regimi pubblici.
Garantire la mobilità delle pensioni
La mobilità diventa un fattore di importanza primaria per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro. Così, il cambio di lavoro – all’interno di uno Stato membro o in modo transfrontaliero fra Stati membri – non dovrebbe causare conseguenze nefaste sui diritti alla pensione degli individui. Il Gruppo S&D lotta dunque per una legislazione che garantisca la protezione dei diritti alla pensione acquisiti quando i cittadini si spostano all’interno dell’Europa.
Proteggere i sistemi di pensione professionali
I sistemi di pensione complementare professionali giocano un ruolo importante in numerosi Stati membri – garantiscono ai pensionati un reddito sostitutivo decente. Il Gruppo S&D rifiuta fermamente l’idea di applicare le stesse regole in materia di fondi propri delle compagnie di assicurazione (solvibilità II) ai regimi pensionistici professionali. I regimi di pensione professionali non devono essere messi in pericolo dalla legislazione dell’UE.