Ieri, 9 giugno, Spi, Fnp, Uilp Lombardia hanno emanato una nota unitaria attraverso la quale commentato la delibera Regionale che riapre gradualmente le porte delle Rsa a nuovi ingressi di ospiti e, in prospettiva, anche alle visite dei parenti nella massima sicurezza. Si legge nella nota: “La delibera non interviene, sulle attuali regole che da più di tre mesi impediscono il contatto personale tra gli ospiti e i parenti se non attraverso un vetro, cellulare, smart phone, ipad. Le visite dei parenti sono concesse solamente in situazioni di particolare necessità e dietro specifica autorizzazione. Ora occorre accelerare anche l’accesso e le visite dei parenti in sicurezza. È importante rispettare il desiderio di avere accanto i propri cari in questa ultima fase di accompagnamento della vita”.

Proseguono Spi, Fnp, Uilp: “Spesso i sindacati dei pensionati sono dovuti intervenire su vicende e situazioni, più o meno rilevanti che riguardano le Rsa pubbliche e private, inserite nel tessuto sociale e controllate dalle Ats. Ma questa pandemia da Covid ha causato una vera e propria ecatombe di anziani che ha colpito duramente le fragilità nascoste”

“Prendiamo atto che regione Lombardia questa volta ha prestato più attenzione alle nostre motivazioni. E ribadiamo ancora una volta che ai “vecchi”, così come a tutti i cittadini ammalati di Covid, devono essere garantite i massimi livelli di cura possibili. Quindi, in caso di necessità anche l’accesso alla terapia intensiva e sub intensiva, cure che solo la rete ospedaliera è in grado di garantire dal punto di vista strutturale e di personale sanitario. Stava invece emergendo un modello che privilegia “la sanità selettiva” che considera del tutto residuale la vita dei “vecchi”. Dichiarano i Sindacati: “Quanto è successo nelle ultime settimane impone a tutti un’accelerazione nel ripensare la sanità lombarda di fronte a una popolazione che invecchia. Attrezzando una rete sanitaria equamente distribuita di ospedali, per curare acuzie e affrontare le emergenze, e sviluppando una sanità integrativa di territorio, di distretto in grado di intervenire in modo rapido, diffuso, efficace per “prendersi cura della persona. La sanità che vogliamo dovrà collegare l’ospedale alla telemedicina, alla medicina territoriale, all’assistenza domiciliare, alla medicina ambulatoriale, alle Rsa, alle Rsd intrecciando l’aspetto sanitario e sociale delle famiglie, valorizzando i contributi del volontariato, del terzo settore e delle reti sociali. E soprattutto basta a riordini con risorse ridotte o isorisorse”!

“Al riguardo i sindacati dei pensionati, insieme a Cgil, Cisl, Uil Lombardia hanno organizzato il 16, il 19 e il 23 giugno tre presidi sotto la sede della Regione per richiamare l’attenzione dei cittadini sui temi della sanità. Pertanto avvisiamo da subito Regione Lombardia – concludono i Sindacati – che dopo quanto è accaduto, non è più accettabile che la sanità lombarda sia gestita senza il coinvolgimento di tutte le parti sociali, compresi i sindacati dei pensionati che sono i maggiori clienti e rappresentano una quota significativa della popolazione”.