Uil Pensionati Calabria: “Dalle prime valutazioni fatte sul testo fornito dal Governo, possiamo affermare che la legge di bilancio non ci convince. Le idee del Governo in materia pensionistica cozzano con le nostre idee in materia e rischiano di minare i bisogni di anziani, pensionati e non autosufficienti. Stiamo parlando della platea più ampia di calabresi, di donne e di uomini che vivono in una regione, così come cristallizzato dall’Inps nel suo ultimo rapporto, dove il ricambio generazionale si è fermato e dove quei pochi che hanno la fortuna di lavorare percepiscono mediamente il reddito più basso rispetto ai cittadini delle altre regioni.”

Così Francesco De Biase, Segretario generale Uil Pensionati Calabria.

“In questo contesto, purtroppo, qualcuno pensa in maniera poco prudente di mettere le mani in tasca ai pensionati, non considerando le ripercussioni di una scelta così sbagliata e senza riflettere sugli effetti devastanti di una nuova misura, che ancora una volta affama la classe media ed in particolare mette in ginocchio i pensionati con il mancato adeguamento e con i tagli alla rivalutazione.

Qualcuno non ha compreso che in tanti,  oggi, non sono più nelle condizioni di provvedere ai bisogni minimali, alle cure personali, perché sopraffatti da aumenti inflattivi e carovita.

Noi, abbiamo deciso di alzare il livello del confronto, avviando già una serie di cause pilota con l’obbiettivo di fare dichiarare incostituzionale con una pronuncia di legittimità da parte della Corte Costituzionale, il meccanismo della rivalutazione applicato.

Lo diciamo da tempo, la perequazione automatica delle pensioni, deve esser volta a garantire nel tempo l’adeguatezza dei trattamenti pensionistici e a salvaguardare il potere d’acquisto rispetto alla pressione inflazionistica che trascina i propri  effetti di perdita di potere d’acquisto non solo nell’immediato, ma anche nel tempo, rendendoli definitivi e penalizzanti.

Uil Pensionati Calabria: non abbassare l’asticella delle rivendicazioni

Quello che emerge dai dati Istat, poi, è che la spesa certificata dei Comuni, dimostra chiaramente quanto sia aumentata l’area di povertà e il disagio nei territori. Assistiamo a forti divari territoriali anche nella spesa dei servizi sociali. Mediamente la spesa sociale dei comuni del Sud, in particolare della Calabria, è pari alla metà della media nazionale ed un terzo rispetto al Nord-est del paese.

Pretendiamo politiche di coesione, mirate a garantire lo sviluppo, l’occupazione, il miglioramento dei servizi.

Bisogna assicurare alle persone e alle famiglie, un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuovere politiche per garantire la qualità della vita, pari opportunità, contro discriminazione e diritti di cittadinanza, per prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia.

Tutto questo ci obbliga a non abbassare l’asticella delle rivendicazioni, perché non possiamo accettare che si possano generare politiche che fomentano le divergenze le disuguaglianze.

Semmai in coerenza con il nostro mandato, dobbiamo promuovere tutte le prestazioni destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno, ed assicurare un sistema di welfare complessivo, a partire anche dalla da finanziamento effettivo della legge sulla Non Autosufficienza, che qualcuno vorrebbe dimenticare in qualche cassetto.”