Uil Pensionati Basilicata: “La Basilicata è l’unica regione d’Italia a non avere un manuale di accreditamento per Case di riposo, Rass e Rass1. Ancora una volta l’ennesima conferma: l’amministrazione Bardi alla guida della Regione va avanti senza visione, senza programmazione e coinvolgimento delle parti sociali interessate, portando all’estremo le criticità. Ma la cosa più grave è che le esigenze e i problemi di anziani e fragili sono agli ultimi posti. E in questo caso anche degli imprenditori della sanità. Nonostante l’Agenas inviti a fare l’esatto contrario, autorizzare e accreditate le strutture per sopperire ai fabbisogni”.

Lo dichiara in una nota il segretario della Uil Pensionati Basilicata Carmine Vaccaro, commentando la recente sentenza del Tar che ha accolto il ricorso presentato da diverse strutture residenziali per anziani non autosufficienti, aderenti all’A.R.S.S.A.B,  l’Associazione Regionale delle Strutture Socio Assistenziali della Basilicata guidata dal presidente Vincenzo Clemente. Ricorso presentato nei confronti di Regione, Asme Asp relativamente alla mancata approvazione del Manuale di Accreditamento da parte dell’ente regionale e della mancata applicazione della legge regionale 8 del 2018 da parte delle aziende sanitarie a seguito della legge regionale 41/2020, che prevedeva il riconoscimento di una piccola quota di rilievo sanitario per queste strutture.

Uil Pensionati Basilicata: vogliamo fare chiarezza

“Abbiamo da tempo preso a cuore la battaglia portata avanti dal presidente Clemente- evidenzia la Uil Pensionati Basilicata– che da quattro anni sta cercando di fare chiarezza in un mare magnum di norme e cavilli burocratici che stanno mettendo in ginocchio le strutture assistenziali. Parliamo di Case di cura o riposo, delle Residenze socio-assistenziali per anziani (Rass) e dele Residenze Socio-Assistenziali per Anziani non Autosufficienti (Rass1),che sono la maggioranza rispetto alle 7 Rsa. Si tratta di 92 strutture che assistono mediamente 24mila, persone con un carico di dipendenti pari a 2000 unità. La dgr 194 del 2017 ne ha regolamentato i criteri strutturali, quella del 2018 la numero 8 ha fissato le quote di rilievo ( 18 euro per auto-sufficiente e 22 per allettato, nella misura del 20% dei posti letto attivati).

Successivamente la dgr 41 del 2020 ha modificato il quadro prevedendo l’accreditamento attraverso un manuale che la Regione non ha mai messo a punto. Questo vuol dire che queste strutture sono tutte autorizzate ma non accreditate e quindi non percepiscono alcun sussidio dalla Regione. Seppure si tratti di un piccolo sostegno rappresenta comunque un’apertura, un segnale che in questi anni è mancato. Adesso- conclude Vaccaro- le casse della Regione saranno costrette a sborsare tutto l’arretrato, 5 anni nelle more della redazione del Manuale. Il Tar con questa sentenza indirettamente ha certificato il lassismo del presidente e degli assessori alla Sanità succedutisi in questi anni (prima Leone poi Fanelli). Sarebbe stato più facile convocare le parti sociali prima di arrivare a questo punto. Ma la logica della concertazione – conclude Vaccaro –  abbiamo capito bene a spese dei lucani non essere gradita a Bardi e ai suoi assessori.”