“Se si trattava di sbagliare potevano fare da soli! Non era necessario fare arrivare qualcuno dal Veneto per assistere inermi alla disgregazione della sanità umbra”. Così Spi, Fnp, Uilp Umbria, che esprimono forte preoccupazione sulla campagna vaccinale e per l’atteggiamento dell’Assessore regionale alla Salute, cui i Sindacati dei pensionati chiedono da tempo un incontro per discutere dell’emergenza sanitaria.

“Le sedi sindacali – aggiungono Spi, Fnp, Uilp – sono letteralmente tempestate di richieste di aiuto da parte di anziani, disabili, persone non autosufficienti e comuni cittadini le cui difficoltà per ottenere l’adempimento di un diritto essenziale come quello di farsi curare sembra sfuggire all’assessorato alla salute. Certo è che l’Assessore, non ha valutato bene quale importanza abbia il confronto con i corpi sociali intermedi, farebbe bene ad ascoltare i Sindacati umbri che potrebbero magari aiutarlo a intraprendere la strada giusta”.

Sui vaccini agli ultra ottantenni, ad esempio, i Sindacati pensionati ritengono sbagliata e pericolosa la scelta di partire dai più giovani anziché – come avviene nelle altre regioni – dai più anziani o secondo le indicazioni di priorità dei medici di famiglia. “Il principio da seguire dovrebbe essere quello del maggior rischio di ricovero e di decesso, per fermare la spirale di morti che sta cancellando un’intera generazione – concludono i Sindacati – Invece si fa prevalere un criterio legato alla mobilità delle persone, che in questo momento, francamente, non è comprensibile”.