Case della salute ed ospedale unico, due facce della stessa medaglia su cui i Sindacati dei pensionati si sono confrontati la scorsa settimana in un attivo territoriale per fare il punto sull’emergenza Covid e su cosa ci ha insegnato questa pandemia. Molti i temi aperti, a partire dalla necessità di rilanciare, e rivedere, la sanità territoriale, con un occhio alle case della salute, finite nel dimenticatoio ma fondamentali per evitare di intasare i pronto soccorso. Poi l’ospedale unico, imbrigliato in una guerra di campanili dopo che era già stata individuata l’area Vadò, ed infine la questione della carenza di personale. In questo quadro di inserisce il tema delle Rsa, strutture che hanno imprigionato i loro ospiti su cui in questa emergenza si sono riscontrate molte falle.

“La vera scommessa sotto- linea Lorenzo Cestari, Segretario regionale della Uil pensionati è costruire i servizi territoriali mancati in questi mesi, a partire dalle case della salute che hanno un ruolo importante di filtro per alleggerire la pressione sugli ospedali. In Piemonte le casa della salute sono rimaste sulla carta e dove esistono sono ambulatori, mentre ad esempio in Emilia intercettano ormai il 40% dei bisogni. E’ poi importante avere un servizio di igiene pubblica più forte e potenziare la domiciliarità. Ma per arrivare a questo i distretti devono avere una loro autonomia gestionale ed economica”. “Sulle case della salute aggiunge Gian Piero Drappero, responsabile Cisl di Moncalieri è mancata e manca la volontà politica per sciogliere anche le resistenze delle lobby professionali”. Capitolo a parte meritano le case di riposo, “questa pandemia ci ha detto che serve una revisione seria, stiamo parlando di persone anziane e malate, oggi ancora recluse in queste strutture che non possono diventare dei lazzaretti, ma essere dei luoghi di cura per chi non può stare a casa. Ed allora serve avere più medici ed infermieri”. Il sindacato chiede di studiare “misure di profilassi che consentano la ripresa delle visite dei familiari e delle attività sociali degli anziani. La Regione se ne faccia carico insieme con i gestori”. Poi l’accusa. “Ormai l’anziano veniva considerato un affare e questo spiega il nascere di molte strutture, per questo chiediamo che venga inserito un componente sindacale nelle commissioni di vigilanza delle Asl in modo da poter partecipare alle attività di controllo”, dice Cestari. Sul tema assunzioni interviene anche Marco Prina, segretario Cgil di Moncalieri: “Bisogna fare assunzioni vere e non Iva per avere infermieri come prevedeva un Dpcm”.

“E’ l’ennesima telenovela” accusano Cestari e Prina “è incomprensibile come la voce di un sindaco blocchi un progetto dopo che era già stata individuata l’area. Una cosa simile può avvenire solo in Italia, anche perchè il rischio è perdere una grande opportunità di sviluppo oltre ai fondi europei per la sua costruzione”.