In una nota unitaria emanata nei giorni scorsi, Spi, Fnp, Uilp Grosseto esprimono la loro contrarietà allo smantellamento delle residenze sanitarie gestite direttamente dalle aziende pubbliche.

“Le nostre organizzazioni sindacali – dichiarano i Sindacati dei pensionati- si opporranno con forza al progetto di riorganizzazione dei servizi sociosanitari per anziani non autosufficienti della zona distretto Amiata grossetana, Colline metallifere e Area grossetana La deliberazione 769/2020 assunta il 15 luglio dal direttore generale della Usl Toscana sud est Antonio D’Urso prevede che le Rsa di Villa Pizzetti a Grosseto, di proprietà Usl, di Follonica, gestita dall’azienda pubblica Falusi, chiudano per trasformarsi in ospedali per cure intermedie. La conseguenza è che verranno a mancare due delle poche, strutture pubbliche che offrono servizi residenziali e semiresidenziali e centri diurni per non autosufficienti e malati di Alzheimer, mentre rimane senza risposte certe il futuro della Rsa di Scansano, sempre di proprietà della Usl”.

“L’idea è quella di trasferire i quasi 80 ospiti, dei quali una parte con disturbi cognitivi, nelle numerose strutture che vari privati hanno aperto o sono in procinto di aprire a Grosseto – sottolineano Spi, Fnp, Uilp– Questo avrà come esito finale quello di in incremento della spesa per la retta sociale a carico delle famiglie. E la messa in discussione del posto di lavoro per gli attuali lavoratori degli appalti, con il rischio, in futuro, di un abbassamento dei loro diritti. In più i nuovi letti di cure intermedie, di cui in ogni caso il territorio ha necessità, potrebbero passare dalla gestione diretta della Usl, come avviene oggi, al regime di appalto al privato”.

Per Spi, Fnp, Uilp Grosseto è inaccettabile che mentre in tutta Italia, a seguito della emergenza Covid, si riconosce il valore della sanità pubblica e s’incrementano i finanziamenti dei relativi fondi per potenziarla, a Grosseto si proceda alla più vistosa privatizzazione di servizi sociosanitari (complessivamente oltre 100 posti letto) degli ultimi anni. “Di tutto questo – concludono – chiederemo spiegazione al direttore dell’azienda sanitaria e alla Conferenza dei sindaci. Siamo pronti a organizzare una mobilitazione per difendere la sanità pubblica”.