“Bisogna ripristinare nel più breve tempo possibile la sorveglianza sanitaria dei lavoratori oggi in pensione che sono stati esposti all’amianto.” A chiederlo Spi, Fnp, Uilp Basilicata e Aiea Vba durante un incontro con il direttore generale del dipartimento regionale Politiche della persona. In Basilicata gli ex lavoratori esposti all’amianto sono inseriti nel Protocollo di sorveglianza sanitaria della Regione. Il punto nodale è che solo con visite periodiche è possibile individuare l’insorgere di malattie che, se scoperte tardivamente, sono mortali. Purtroppo “a oggi- Denunciano i sindacati- nell’ospedale di Matera, per la pandemia epidemia, l’intervento sanitario non è operativo” e questo ha fatto sì che “nel mese di ottobre sono stati effettuati i controlli a sole 53 persone perché ritenuti casi più urgenti rispetto a una routine di 40 visite settimanali suddivise in due giorni”. Se nel corso del 2019 al “Madonna delle Grazie” è stato possibile “controllare con cadenza almeno biennale, circa 2.500 lavoratori ex esposti su circa 7.000 dipendenti di società operanti nei siti industriali del Basso Basento e delle colline materane e di eseguire almeno 12.200 visite mediche che hanno consentito di diagnosticare 70 tumori polmonari in fase precoce” oggi le cose, purtroppo, sono cambiate. Tra l’altro la Regione Basilicata «”pur avendo la più numerosa coorte di ex esposti a sorveglianza sanitaria (oltre 12.000 persone), che ha permesso di salvare tante vite umane, non ha mai prodotto uno studio che rispetti i canoni del metodo scientifico” anche se “la Medica del lavoro di Matera ha presentato nel 2017 un progetto che ha destato interesse nell’Istituto superiore di sanità, che portava a identificare in fase precoce tumori polmonari e mesoteliomi pleurici”. Il Progetto è purtroppo “rimasto al palo”. Al termine dell’incontro, il dipartimento Politiche della persona si è impegnato “ad approfondirne le ragioni per riprendere le attività dell’intervento sanitario nelle modalità di sicurezza Covid19 sia per Matera che per Potenza”. Non solo ma “anche ad ottimizzare comunque il servizio sanitario nella sua complessità anche sulla scorta delle disposizioni di sicurezza attualmente vigenti e sulla opportunità della sorveglianza sanitaria per i soggetti ormai ottantenni che dopo 30 anni dall’ultima esposizione non hanno manifestato lesioni asbestocorrelate”. Inoltre “essendo la platea dei lavoratori ex esposti della provincia di Potenza stimata in circa 3.000 persone, notevolmente più ampia rispetto alla coorte di circa 250 lavoratori sotto controllo sanitario presso l’ospedale San Carlo Carlo per i sindacati è necessario verificare se gli ex esposti all’amianto riconosciuti dall’Inail siano stati iscritti d’ufficio nel registro del ReNaM Cor (sorveglianza attiva)”. Per i Sindacati è anche “opportuno che la Regione chieda alle società che hanno operato e tuttora operano in Basilicata di bonificare il territorio inquinato, di contribuire finanziariamente alla sorveglianza sanitaria”.