“Assistiamo all’impoverimento e al degrado della sede Inps di Trieste, una struttura di rilevanza nazionale che, tra le altre cose, cura i trattamenti di malattia del personale marittimo, la matricola centrale di Fincantieri e Generali, oltre alle pensioni estere liquidate nei Paesi dell’ex Iugoslavia.” E’ quanto hanno dichiarato i sindacati dei pensionati di Spi, Fnp, Uilp territoriali nel corso di una conferenza stampa congiunta che si è svolta ieri, 10 febbraio, a Trieste.

Le organizzazioni sindacali territoriali denunciano una «gestione incomprensibile», da parte dell’ente nazionale di previdenza, di un territorio come quello triestino che presenta delle caratteristiche demografiche che mal si coniugano con l’attuale modus operandi dell’istituto. “Senza assunzioni la sede di Trieste rischia il declassamento, e a farne le spese saranno soprattutto i cittadini, specie gli over 65, i quali mal si rapportano alle nuove tipologie di comunicazione messe in atto dalla sede centrale. Ci informano di pratiche che vanno avanti per anni, basti pensare che sono oltre un centinaio le controversie da risolvere. D’altro canto se non c’è personale che istruisce la pratiche, non si può procedere.”

“La sede triestina dell’Inps – hanno aggiunto i sindacalisti – passerà dalle 133 unità del 2014 alle 79 previste per la fine del 2020 e c’è anche il rischio di uno spostamento nella sede ex Inpdap di via Ghiberti. Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, negli scorsi mesi, anche da Trieste, aveva parlato di 3 mila nuove assunzioni, ma, evidentemente non in Fvg, o almeno molto marginalmente, dato che i nuovi assunti nella nostra regione sono appena venti, nessuno dei quali destinato alla sede di Trieste. Viene da pensare che l’obiettivo, anche mal celato, sia quello di rendere il Fvg una dependance del vicino Veneto, realtà regionale per la quale sono previste 270 new entry.”

“Per tentare arrestare questa ulteriore manovra di declassamento della sede Inps del capoluogo e del peso del Fvg – hanno poi concluso Spi, Fnp, Uilp – convocheremo il prefetto la Regione, il comune, i parlamentari regionali e, perché no, Generali e Fincantieri.”