San Giustino, inaugurato alla presenza della segretaria generale Uil Pensionati Umbria, Elisa Leonardi, del sindaco di San Giustino Stefano Veschi e della consigliera regionale Letizia Michelini, il nuovo ufficio locale della Uil Pensionati. “In tempi in cui si parla sempre più spesso di coesione sociale, welfare di prossimità e diritti per tutti – evidenzia Elisa Leonardi, segretaria regionale Uil Pensionati Umbria i dati che riguardano la regione Umbria disegnano uno scenario che merita attenzione e, forse, anche una presa di coscienza collettiva”.

L’Umbria, infatti, si colloca al 17esimo posto in Italia per importi destinati a diritti sociali, politiche sociali e famiglia e 14esima per incidenza percentuale della spesa sociale, segno che l’attenzione al welfare non è ancora una priorità sistemica. “Ma ancora più preoccupante – evidenzia Leonardi – è il dettaglio per area di intervento: l’Umbria si posiziona al 15esimo posto per le spese destinate all’infanzia, al 17esimo per la disabilità, al 19esimo per anziani, al 16esimo per soggetti a rischio esclusione sociale e nuovamente al 17esimo per gli interventi dedicati alla famiglia. Unica eccezione riguarda il diritto alla casa per cui l’Umbria si attesta all’11esimo posto”.

Bisogna potenziare gli interventi di Welfare

I numeri degli interventi effettivamente realizzati non migliorano il giudizio. “Con soli 141 interventi registrati nell’ultimo anno -ha continua Leonardi nel corso dell’inaugurazione a San Giustino- l’Umbria è 18esima su 20 regioni italiane. Va meglio per alcune aree specifiche: è nona per interventi per l’infanzia e addirittura quarta per il diritto alla casa, ma crolla al 19esimo posto per la programmazione sociosanitaria e al 18esimo per gli interventi alla famiglia. “L’Umbria è una terra con una lunga tradizione mutualistica e comunitaria – spiega Elisa Leonardi – Ma oggi rischia di essere una delle regioni italiane meno attive nella tutela dei soggetti fragili. Di fronte a una società che invecchia, a nuove povertà che avanzano, a disuguaglianze che si acuiscono, il ruolo della politica regionale e locale dovrebbe essere quello di potenziare, non di comprimere, gli interventi del welfare”.