“Profughi e stranieri, ricchezza per la città”: i direttivi unitari di Spi, Fnp e Uilp Bergamo richiamano l’attenzione sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione.

I sindacati dei pensionati hanno infatti incontrato il responsabile della Caritas di Bergamo per dar vita ad un progetto che vedrà i “nonni” diventare veri e propri “mediatori culturali”.

“Una certa informazione – hanno dichiarato i sindacati dei pensionati bergamaschi – “non ha esitato a parlare di invasione, ma per la città stiamo parlando di 1000 persone. Pertanto se non venissero sollevati, ad arte, vergognosi muri cementati dall’odio alimentato da parte degli imprenditori della paura, anche in provincia i profughi potrebbero essere distribuiti a piccoli gruppi nei 240 comuni bergamaschi.

“Non è possibile pensare alla nostra città, alla nostra provincia, senza la presenza degli immigrati nell’accudire i nostri anziani, le persone sole, o nei lavori cosiddetti usuranti. Allora dove è il problema per una serena integrazione e convivenza? Bisogna organizzarsi e bene, nonostante il fatto che la Regione Lombardia, al contrario delle altre, si è chiamata fuori dalla gestione territoriale dell’accoglienza profughi lasciando il tutto demandato alle varie prefetture.

Siamo consapevoli, come organizzazioni sindacali dei pensionati della città, che tutti devono mettersi in gioco e che il primo grosso problema sia l’accoglienza, diffusa e coordinata, aiutata, supportata, e sta a noi dimostrare una maggior sensibilità e presenza nel collaborare con le varie strutture, affinché i tanti Aylan abbiano anche loro il diritto ad essere felici nella nostra e loro terra nella pace”.

Sarà importante per i “Nonni mediatori culturali” avere un bagaglio di informazioni sul tema, che permetterà di dare il contributo attivo in un processo di cambiamento “dove le paure ci sono e sono reali: dobbiamo tenerne conto e cercare di governare, e non subire, le trasformazioni sociali, economiche e culturali che ci attendono, contrastando una comunicazione a volte più concentrata sull’emergenza che sulla spiegazione e comprensione”.

“Parlare di emergenza profughi è riduttivo – concludono i pensionati -. Si devono invece affrontare gli argomenti che sono strettamente correlati al tema: l’integrazione, le religioni, il terrorismo, l’attuale situazione economica e sociale in cui tutto ciò avviene, l’informazione, l’incidenza sulla economia italiana e locale, le seconde generazioni e molto altro. Temi, come si può ben intuire, molto ampi e diversi tra loro, ma che hanno un unico denominatore: la storia non si ferma e noi dobbiamo decidere se subire gli eventi o piuttosto cercare di capirli e governarli”.

(fonte bergamonews.it)