La dichiarazione unitaria dei rappresentanti sindacali dei pensionati emiliani: giù le mani dalle pensioni di reversibilità.

Siamo davvero al fondo del barile: anziché occuparsi di evasione fiscale, di evasione contributiva, di corruzione, di grandi patrimoni esentasse, di un sistema fiscale regressivo e punitivo a danno dei più deboli, di un sistema previdenziale che fa acqua da tutte le parti, il Governo Renzi pensa di far cassa sulla pelle delle vedove e dei vedovi.

La proposta di legge che trasforma la pensione di reversibilità da prestazione previdenziale a sussidio assistenziale non ha fondamento, crea ulteriore confusione nella mai attuata divisione tra previdenza e assistenza, colpisce ancora una volta le persone più deboli e meno protette.

La reversibilità è completamente legata ai contributi previdenziali versati dal titolare della pensione diretta: cosa c’entra con l’assistenza?

La reversibilità già oggi è legata al reddito del coniuge superstite con una decurtazione progressiva che la riduce anche in modo consistente.

La reversibilità rappresenta per tantissime donne un indispensabile mezzo di sostentamento: nel 2014, nella nostra regione, erano 309.471 le pensioni di reversibilità, per un importo medio di 591 euro lordi mensili!

Pensare di colpire queste persone, spesso molto anziane e sole, è semplicemente una vergogna, in un Paese nel quale la disuguaglianza prospera e i ricchi, i grandi manager, le pensioni d’oro, i grandi patrimoni sono al riparo da ogni provvedimento.

Se questo sciagurato disegno andrà in porto genererà una crescita consistente delle situazioni di povertà, ben oltre il numero elevatissimo di chi già si trova in questa condizione.

Il Ministro Poletti dichiara che il problema è infondato: c’è un solo modo per dimostrarlo, cancellare quello che è scritto sul ddl, subito!

I pensionati e le pensionate sono pronti a mobilitarsi per difendere un istituto di giustizia sociale che non si tocca!

(Segreterie SPI-CGIL,  FNP-CISL, UILP-UIL, Bruno Pizzica – Loris Cavalletti – Rosanna Benazzi)

Bologna, 16 febbraio 2016