Vaccino a domicilio anche per le persone con disabilità: è la proposta dell’Ufficio H – Uil Pensionati, che chiede alla Regione Veneto di tendere la mano a chi, in un momento di estrema difficoltà per tutti, parte più svantaggiato di altri.

“La pandemia non ha risparmiato la nostra regione -dichiara l’Ufficio H Uilp Veneto- che, soprattutto in questa seconda fase, ha conosciuto e sta continuando a conoscere il volto peggiore del Covid-19. Ormai i morti si avviano verso quota 10mila, di cui una larga parte nelle case di riposo. Sui metodi per sconfiggere il virus la scienza si è espressa in modo chiaro: o l’isolamento, o il vaccino.

Fortunatamente il vaccino è arrivato, e nelle ultime settimane è partita la prima fase della campagna che sta permettendo a molte persone di accedervi: operatori sanitari e persone che lavorano nel mondo dell’assistenza, anziani che vivono nelle case di riposo, disabili assistiti presso i centri dedicati. Tra la fine di febbraio e il mese di marzo inizierà poi la seconda fase: saranno invitate a vaccinarsi le persone anziane o con disabilità che vivono a casa, ed anche i lavoratori a stretto contatto con il pubblico.

Per queste persone, tuttavia, non è previsto il vaccino a domicilio: riceveranno un appuntamento e dovranno recarsi autonomamente presso le strutture indicate. Per tanti lavoratori non sarà certo un problema, diversa invece è la situazione delle persone con disabilità. E non parliamo di una piccola fetta di popolazione: in Veneto le persone con disabilità sono quasi 150mila, di cui una buona parte anziani. Molti di loro – che, ricordiamo, di fronte al virus sono proprio i più fragili e indifesi – hanno difficoltà di movimento, e avranno certamente bisogno di un accompagnatore, per potersi presentare all’appuntamento. Qualora non lo trovassero, o se la persona che li assiste non fosse in grado di accompagnarli, di fatto non potrebbero accedere al vaccino.

A loro tutela, una buona iniziativa sarebbe dunque quella di supportarli nella scelta della vaccinazione, sollevandoli dal peso dello spostamento e somministrando il vaccino direttamente a casa. Non solo: il buon senso vorrebbe che, oltre ai diretti interessati, fosse vaccinata almeno anche la persona che li assiste: il vaccino, infatti, diventa inutile se, poi, quella persona necessita di un contatto quotidiano con chi rimane esposto al virus. Esporsi al virus significa potersi ammalare, e ammalarsi vuol dire lasciare poi sola la persona assistita.

Nell’augurio che la Regione voglia raccogliere le nostre proposte e abbracciare questo impegno, l’Ufficio H – Uil Pensionati rinnova l’invito a tutta la popolazione a vaccinarsi responsabilmente: è un impegno per sé stessi e per la comunità.”l