Delitto Matteotti: il mandante . “Bene, congratulatevi pure ma adesso cominciate a preparare la mia orazione funebre”, con queste parole, Giacomo Matteotti, si congeda dai suoi sostenitori al termine del suo intervento durante la seduta di insediamento della nuova Camera del 30 maggio 1924. A partire da questo inciso si è sviluppata la presentazione del libro “Delitto Matteotti – Il mandante” di Mario Gianfrate, che si è tenuta venerdì 22 marzo, presso il Saloncino dell’ADA Bari, moderata dal giornalista Pino Ricco, che ha sollecitato l’autore, il Prof. Mario Gianfrate, a raccontare ai presenti, la ricostruzione storica degli eventi che hanno portato all’uccisione di Giacomo Matteotti da parte del regime fascista, il cui mandante, nonostante i tanti tentativi di offuscare e negare la verità dei fatti, di depistaggi con un falso processo a Chieti, è da identificarsi nella persona di Benito Mussolini e della dittatura fascista che ha sconvolto il nostro paese.
Tanti sono stati gli interventi, dei partecipanti all’incontro, che hanno ricordato gli eventi di efferata violenza politica di quegli anni, che hanno compromesso il diritto, la libertà e la democrazia nel nostro paese.

Delitto Matteotti, conclusioni di Carella

La Segretaria Generale della UIL Pensionati Puglia, Tiziana Carella, nelle conclusioni ha espresso i suoi ringraziamenti al Prof. Mario Gianfrate, per aver portato alla luce la verità storica attraverso lo studio e la ricerca dei documenti dell’epoca, dando il meritato riconoscimento alla figura di Giacomo Matteotti, che è stato il nemico pubblico numero uno del Fascismo, Segretario del Partito Socialista Unitario, e che ha pagato con il sacrificio della propria vita, la sua lotta contro Mussolini e la sua dittatura, per affermare i valori della libertà, della democrazia, della sua convinta opposizione alla guerra. Matteotti è stato messo a tacere, per quello che con ostinazione indefessa e precisione aveva denunciato nel corso del suo discorso alla Camera del 30 maggio 1924, contro i brogli elettorali, le pressioni e le violenze subite dagli oppositori politici di Benito Mussolini, ma soprattutto quello che avrebbe denunciato nel corso del suo discorso dell’11 giugno, durante il quale avrebbe denunciato la corruzione del regime fascista. La borsa con i suoi documenti sono spariti con Giacomo Matteotti. La Segretaria Generale della Uilp Puglia, ha attualizzato i fatti tragici che hanno portato al delitto Matteotti, ricordando altre figure che hanno sacrificato la propria vita per la coerenza ai valori della giustizia, della libertà e della democrazia e per la costruzione di una società inclusiva, come Aldo Moro, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed eventi che si stanno ripetendo con un modus operandi molto simile. Dalla storia, purtroppo sembra che non abbiamo imparato nulla, ha affermato, i diritti conquistati con sacrificio da chi ci ha preceduto, non vanno dati per scontati, ma tutelati e riaffermati, anche attraverso il ricordo di chi ha contributo a costruire un paese libero e democratico.