Saluto tutte e tutti con affetto. Un pensiero alle tante vittime della pandemia della vostra Regione, in grande maggioranza anziane. Hanno perso la vita anche tanti nostri dirigenti e iscritti.
Iniziativa importante, quella che avete organizzato, che vuole approfondire le ragioni di quello che è successo in Lombardia in questi mesi.
La Lombardia è stata vittima del liberismo sfrenato e della ricerca del profitto ad ogni costo. Ma non è stata sola. È un processo che ha interessato tutta l’Italia, anche se con differenze tra Regione e Regione.
Quando è nato il Servizio sanitario nazionale è stata una grande conquista. Avevamo la sanità pubblica e gratuita, non si pagavano neanche i ticket. Avevamo la scuola gratuita e alle famiglie più in difficoltà si davano anche i libri gratis. Avevamo i trasporti pubblici a prezzi ‘politici’. Avevamo l’equo canone.
Poi ha cominciato a diffondersi il pensiero neoliberista, l’idea che solo il privato era bello, mentre il pubblico era sinonimo di inefficienza a priori. Con il pretesto della riduzione degli sprechi, è cominciata la politica dei tagli a prescindere, che non hanno portato maggiore efficienza. Anche in sanità: spazio al privato e tagli al pubblico.
Negli ultimi anni sono stati tagliati al Servizio sanitario 37 miliardi di euro. Ormai spendiamo complessivamente per la sanità meno della media europea e molto meno di Paesi come la Francia, o la Germania. Ma i cittadini italiani spendono direttamente, di tasca propria, più della media europea. In questo contesto, è arrivata la pandemia e non siamo stati in grado di farvi fronte in modo adeguato.
Le risorse disponibili con il Mes sono appunto 37 miliardi. Dobbiamo utilizzarle. Per la sanità territoriale. Per la prevenzione. Per la non autosufficienza. Per l’invecchiamento attivo. Per le assunzioni del personale sociosanitario, indispensabili, e per le borse di specializzazione. Più attrezzature e più dispositivi medici sono necessari, ma se poi mancano i medici, gli infermieri, il personale socio sanitario, è tutto inutile.
Questo virus non è democratico: colpisce di più chi è più anziano, chi è più fragile, chi è più povero. E rischia di aumentare ulteriormente le disuguaglianze. Ma questo virus ci ha anche fatto comprendere quanto siano importanti la sanità e la scuola pubblica, quanto sia importante una rete di servizi socio sanitari radicata nel territorio, quanto siano importanti le relazioni tra le persone.
Con un uso intelligente del Mes, delle altre risorse europee (che non arriveranno subito) e delle risorse italiane, possiamo cambiare la sanità e il welfare, possiamo ridisegnare il Paese.
Il Sindacato è pronto a fare la sua parte. Il Sindacato dei pensionati è pronto. Abbiamo idee e proposte. Abbiamo la conoscenza del territorio. Vogliamo essere ascoltati sulle scelte fondamentali del nostro Paese. Ci ascoltino e daremo un importante contributo.