Lo scorso 13 ottobre,  la Uil Pensionati, insieme al Coordinamento nazionale PO Uil e alla Segretaria confederale Uil Ivana Veronese, ha firmato una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per far sì che l’opportunità offerta da Next Generation Ue non sia dispersa e che l’uguaglianza di genere sia uno degli assi strategici fondamentali per l’utilizzo dei fondi europei e per la costruzione della nuova Europa.

Non si tratta solo di una questione di giustizia sociale, che già sarebbe comunque un tema di grande rilievo. Si tratta anche di una priorità economica per tutta l’Unione Europea. Nessuna ripartenza economica è infatti possibile senza politiche che rafforzino l’uguaglianza di genere, valorizzino il capitale umano femminile, potenzino il welfare di prossimità e nuove infrastrutture sociali di qualità, a partire da quelle rivolte all’infanzia e alla non autosufficienza, contrastino le discriminazioni. Più donne occupate vuol dire più Pil, più crescita sostenibile, più sviluppo, più welfare, più giustizia sociale.

Non si tratta, inoltre, di misure rivolte a una categoria ‘fragile’. Le donne sono la maggioranza della popolazione mondiale. Le misure per l’uguaglianza di genere non possono quindi essere accostate, come purtroppo troppo spesso accade, a quelle, pur necessarie e doverose, destinate alle fasce di popolazione più bisognose di tutele.

Questi giorni sono determinanti per le decisioni sui fondi europei e sulle linee guida dei singoli Paesi che saranno poi presentate alla Commissione Europea. È necessario, ed è l’obiettivo della lettera e dell’iniziativa, rendere centrale il tema dell’uguaglianza di genere nell’agenda italiana ed europea.

Il 14 ottobre il Presidente del Consiglio intervenendo alla Camera dei Deputati ha preso l’impegno di indirizzare una parte significativa delle risorse del Recovery Plan alle donne, accogliendo non solo le richieste del movimento sindacale, della società civile, dell’associazionismo, ma anche quelle contenute nella risoluzione approvata a maggioranza a Montecitorio, in cui si chiede tra l’altro di valutare l’impatto di genere di tutti i progetti. Primi passi positivi, frutto di una mobilitazione che sicuramente dovrà proseguire.

Leggi QUI il testo della lettera.