Pensione agli inabili civili e limite di reddito: la mobilitazione della Uilp, della Uil, del sindacato produce un importante risultato.
Grazie all’azione della Uilp, della Uil, del sindacato, delle associazioni, nel Decreto legge n. 76 c’è un importante provvedimento a tutela dei diritti delle persone invalide civili. Nel Decreto viene infatti fornita l’interpretazione autentica circa i limiti di reddito da considerare per la concessione della pensione agli inabili civili. Si dovrebbe così porre fine a una diatriba che va avanti da tempo.
L’Inps, infatti, nel 2012 aveva stabilito con una circolare (e dunque in modo assolutamente improprio) che a partire dal 2013 per i soli invalidi civili al 100% il limite di reddito da considerare per il diritto alla pensione di invalidità sarebbe stato quello di coppia. Grazie anche alla nostra decisa protesta, questa decisione amministrativa, che non si basava su alcun dettato normativo, è stata poi sospesa. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ulteriormente complicato il quadro, sostenendo nella sentenza n. 7320 del 22 marzo 2013, che il reddito da considerare era quello di coppia.
Da più parti si era dunque richiesto un intervento legislativo e anche come Uilp avevamo sostenuto che si trattava di un tema politico e sociale, rilevante per decine di migliaia di persone in condizioni di particolare fragilità, che non poteva essere affidato alla magistratura. Ora il Decreto fa finalmente chiarezza su questo importante aspetto, riprendendo peraltro una proposta di legge presentata nei mesi scorsi alla Camera dei deputati.
Nel Decreto viene infatti specificato che: “il limite di reddito per il diritto alla pensione di inabilità in favore dei mutilati e degli invalidi civili, di cui all’articolo 12 della legge 30 marzo 1971, n. 118, è calcolato con riferimento al reddito agli effetti dell’Irpef con esclusione del reddito percepito da altri componenti del nucleo familiare di cui il soggetto interessato fa parte”. Si parla pertanto di reddito individuale e non familiare. Il Decreto (già pubblicato in Gazzetta Ufficiale) dovrà essere ora convertito in legge. Noi continueremo a vigilare affinché non siano apportate modifiche peggiorative.