Intervento del Segretario generale Uilp Carmelo Barbagallo alla Conferenza di metà mandato della Ferpa:

“L’Assemblea di metà mandato è un importante appuntamento per la Ferpa.

Dispiace non averla potuta svolgere in presenza, ma è stata una giusta decisione, una decisione che è anche la dimostrazione concreta della gravità della pandemia e dei difficili momenti che abbiamo passato in ogni Paese e che hanno passato i milioni di anziane e anziani europei.

In questo difficile periodo, la Ferpa non è stata ferma, come ha ben illustrato Agostino nella sua relazione, così come non sono state ferme le organizzazioni sindacali che la compongono.

Come Uilp abbiamo cercato di essere comunque vicini ai nostri iscritti, anche con nuovi strumenti. Abbiamo poi svolto, spesso insieme a Spi Cgil e Fnp Cisl, una azione politico sindacale per tutelare soprattutto le persone più fragili e anziane e le persone ricoverate nelle strutture residenziali, che in Italia sono state le prime e principali vittime del Covid e sono state a lungo dimenticate. Quando è arrivato il vaccino, abbiamo chiesto che fossero vaccinate per prime le persone più fragili e anziane e organizzato campagne per convincere le persone anziane a vaccinarsi.

La pandemia ha messo in evidenza tutte le carenze del nostro sistema di welfare e ci ha spinto a rafforzare le nostre rivendicazioni, che sono anche le rivendicazioni della Ferpa. Apprezzo i contenuti del Manifesto e le modalità con cui è stato scritto, perché è stato il frutto del lavoro condiviso di tutte le organizzazioni che fanno parte della Ferpa. Ci ritroviamo quindi anche i principali temi della nostra piattaforma rivendicativa italiana.

Deve finire la stagione dei tagli al welfare.

Serve una buona sanità pubblica. Meglio finanziata, più efficiente, con personale non precario e pagato il giusto, con servizi territoriali migliori e più numerosi, più integrazione sociosanitaria, più cure di lunga durata per le persone totalmente o parzialmente non autosufficienti, più politiche per la presa in carico dei malati cronici, più investimenti in prevenzione e nelle politiche per l’invecchiamento attivo.

Si deve aumentare il potere d’acquisto delle pensioni, che in Italia è stato pesantemente ridotto negli ultimi 20/30 anni.

I governi nazionali e l’Unione europea devono capire che le pensioni non sono un costo, ma un diritto pagato dai contributi che derivano da anni e anni di lavoro. Come ha sottolineato anche Agostino, pensioni di importo basso portano a una crescita della povertà tra la popolazione anziana, in cui già oggi sono presenti fasce di persone, in gran parte donne molto anziane, a rischio di esclusione sociale ed economica.

Si deve capire che la vera sostenibilità del sistema previdenziale si ottiene aumentando l’occupazione di qualità con nuovi buoni posti di lavoro, soprattutto per i giovani. È questo lo sforzo che deve fare l’Unione europea e gli Stati che la compongono.

All’Europa diciamo: basta chiedere tagli alle pensioni in essere e allungamento dell’età pensionabile. Basta ricette neoliberiste. La svolta nella politica europea prodotta dalla pandemia e gli investimenti per la crescita e lo sviluppo devono essere ben utilizzati e devono continuare anche nei prossimi anni. Siamo un grande continente, un continente ricco, che deve distribuire meglio la sua ricchezza, con maggiore equità e razionalità e che deve guardare al futuro con speranza.

Serve una grande alleanza tra lavoratori e pensionati e tra giovani e anziani. La Ces può essere uno dei luoghi in cui costruire e rafforzare questa alleanza. Da questo punto di vista è molto importante il lavoro fatto in questi due anni da Agostino e da tutta la Ferpa. Ma la Ces ora deve riconoscere alla Ferpa il suo ruolo e il diritto di voto negli organismi. Non si può più rimandare.

La popolazione anziana e pensionata cresce in ogni nazione europea. Le politiche dei singoli Stati e dell’Unione europea non possono ignorare questa realtà. Serve un cambio di tutte le politiche per costruire una società che sia anche a misura di persone anziane. Importante il passaggio fatto da Agostino sulla necessità di politiche di aiuto alla natalità e di un patto tra le generazioni.

L’innovazione tecnologica e digitale può, e deve, essere uno strumento per creare nuovi buoni posti di lavoro per i giovani e parallelamente migliorare la qualità della vita e accrescere l’autonomia delle persone anziane. Sono tanti i settori su cui puntare per uno sviluppo socialmente sostenibile e amico delle persone anziane: robotica, domotica, ausili, protesi, telemedicina, comunicazioni, intrattenimento ecc.

Ma l’innovazione tecnologia e digitale è anche un fattore di esclusione di milioni di anziani. Bisogna contrastare questa esclusione che rischia di lasciare indietro tante persone anziane, soprattutto quelle di età più avanzata e quelle più sole. Anche per ridurre questo divario può essere utile una grande alleanza con i giovani, che possono partecipare a progetti diffusi di alfabetizzazione digitale.

Gli anziani conoscono la strada. I giovani corrono veloci. Insieme raggiungono la meta.”