1. Il diritto alla partecipazione dei pensionati ai processi decisionali.
Il posto dei pensionati nella CES e l’impegno della CES sui problemi delle persone anziane.
La CES deve prestare un’attenzione particolare alla FERPA, al fine di
affermare il suo ruolo centrale di interlocutore delle istituzioni e dei
governi sulle politiche che avranno effetti diretti non solo sui cittadini
anziani e sui pensionati, ma anche sull’insieme dei lavoratori e delle loro
famiglie.
Questo non significherà limitarsi ad un semplice riconoscimento formale
della FERPA nel quadro della CES, ma dovrà sfociare
nell’approfondimento delle tematiche relative alla condizione dei
pensionati nell’insieme delle politiche sindacali. Queste dovranno essere
focalizzate sullo<sviluppo e sulla crescita economica e sociale,
arricchendo la cultura sindacale nazionale e europea e contribuendo alla
costruzione di una confederazione sindacale europea solidale con le
istanze di cui la FERPA è portatrice e capace di esprimere sempre meglio
il suo ruolo rivendicativo e negoziale.
Insieme, la CES e la FERPA devono quindi imperativamente formare una
organizzazione sindacale europea più aperta e più vasta, capace di
riunire le differenti forme di organizzazione e che rifletta la diversità della
storia e delle culture sindacali europee, capace di offrire a tutti occasioni
reali di convergenza e di ricerca di obiettivi e prospettive comuni, ciò sia
sul piano nazionale che europeo.
Per questo, è indispensabile riconoscere in seno alla FERPA l’esistenza di
forme e modelli di organizzazione diversi. Al fine di poter accogliere un
numero più vasto di organizzazioni, bisognerà creare le basi per una
collaborazione più ricca ed intensa avente l’obiettivo di azioni sindacali
efficaci.
Il posto dei pensionati e delle persone anziane nella società.
In tale ottica, nel prossimo quadriennio la FERPA insieme alle Federazioni ad essa affiliate, dovrà adoperarsi affinché la Commissione e gli Stati membri non guardino più ai soggetti deboli, ed in particolare alla popolazione anziana e pensionata, esclusivamente come sorgente di spesa pubblica a fondo perduto, ma come cittadini a tutti gli effetti, su cui investire e a cui richiedere, in cambio, prestazioni compatibili con l’età e la loro attuale posizione nella società civile. Infatti, molto spesso si dimentica che tale momento della vita di una persona costituisce un favoloso motore economico nella società per tutte le attività che è in grado di generare. Infatti, le numerose attività sviluppate dalla maggior parte delle persone 3 anziane apportano alla società un contributo indispensabile alla vita sociale che implica in contropartita la necessaria solidarietà tra generazioni.
L’invecchiamento attivo.
La FERPA dovrà impegnarsi per porre al centro delle riflessioni sul modello sociale europeo il tema dell’invecchiamento attivo, sviluppando iniziative per condividere informazioni sulle buone pratiche, offrendo spazi per una riflessione sul modello delle relazioni industriali, sulla struttura della contrattazione e sull’azione sindacale più generale per dare risposte efficaci a tale problema. Per individuare un modello che riesca a contemperare le esigenze di giovani ed anziani, bisogna incoraggiare l’invecchiamento attivo in maniera globale, in particolare nelle diverse forme di volontariato e non concentrarsi unicamente nel prolungamento della vita professionale. In tal senso la FERPA prevede di organizzare, nel corso dell’anno 2011, un’azione di lobbyng presso i membri del Parlamento europeo con la collaborazione degli affiliati dei diversi paesi. Questo confermerebbe che si è intervenuto con efficacia in tutti i settori della società civile. Non bisogna dimenticare, in tale contesto, che numerosi pensionati conservano una attività, seppur a tempo parziale, e offrono una parte del loro tempo ad azioni di volontariato. La maggior parte di essi, comunque, impegna il proprio tempo per offrire un aiuto alla famiglia, in particolare le donne anziane pensionate che svolgono ancora un ruolo di cura e di sostegno a favore dei membri più fragili in seno alla famiglia.
La partecipazione ai processi di lavoro.
Dappertutto in Europa, la percentuale di partecipazione all’occupazione dei più anziani di 55 anni è più bassa di quella di persone di età inferiore, nonostante l’obiettivo dell’Unione europea di aumentare l’occupazione di tale gruppo in maniera significativa. La ragione per la quale non si è raggiunto tale obiettivo, negli ultimi anni, è dovuta principalmente alla scelta degli imprenditori di non assumere lavoratori anziani. La FERPA è impegnata ad assumere,nei prossimi anni, ad assicurare l’adozione di una politica del personale che prenda in considerazione l’età nell’ambito della politica d’impegno delle organizzazioni dei lavoratori. La FERPA ha anche constatato tagli pesanti dei governi nei bilanci della formazione e dei reinserimenti, riducendo così le possibilità di riassunzione per le persone anziane che abbiano perduto il lavoro.
La FERPA auspica la ricerca di possibilità per rendere il lavoro accessibile a tutti, il che implica l’aumento degli strumenti finanziari per la formazione e il reinserimento, arrivando così a impieghi che rispettino le condizioni di lavoro giuste e con una remunerazione corretta. A tale riguardo, la cooperazione tra i partners sociali e i governi è essenziale. 4 La FERPA valuta che ogni persona possa restare in attività fino al moment di andare in pensione, indipendentemente dall’età legalmente stabilita. Tuttavia, le condizioni di lavoro devono rispettare le seguenti condizioni:
- Le condizioni di salute
- L’accesso alle nuove tecnologie
- La formazione continua
Per queste ragioni, chiediamo alla CES di impegnarsi di più, di farsi carico in prima persona della rappresentanza e della difesa dei diritti degli anziani e dei pensionati in Europa, stimolando tutti i sindacati suoi membri a fare altrettanto. È arrivato il momento di chiedere il riconoscimento di tutte le attività svolte da anziani e pensionati che contribuiscono a creare ricchezza. Dal canto nostro intensificheremo la nostra azione in maniera tale da accrescere la nostra visibilità così da essere e venire considerati sindacato al pari di tutte le altre istanze che la CES rappresenta: federazioni, organizzazioni, donne, giovani, comitati regionali. Per un’azione di più ampio respiro, inoltre, che permetta alla FERPA di essere più presente e determinante nei processi decisionali che coinvolgono a livello europeo i pensionati e gli anziani, è determinante l’elemento numerico e quindi la dimensione dell’organizzazione. In tal senso bisognerà proseguire sulla strada intrapresa di allargare la base associativa, così da poter affiliare importanti realtà sindacali che ad oggi non fanno parte della FERPA.
2. Il diritto alla salute pubblica
Salute e sistemi pubblici di cura.
Gli anni appena trascorsi hanno visto una diminuzione degli investimenti pubblici nelle politiche sanitarie. La FERPA ritiene che, pur rendendosi necessario un riequilibrio della spesa, Paesi ad economia avanzata, quali sono quelli appartenenti all’Unione europea, non possono non investire costantemente nella salute dei propri cittadini. Investimenti oculati e di qualità, interventi solidaristici, investimenti sulle persone che lavorano in campo sanitario, forte coordinamento sovranazionale ed un’attenzione particolare ai meccanismi di spesa – fino ad ora in molti Paesi non controllata – porterebbe certamente, ed in tempi anche relativamente brevi, ad una diminuzione delle disuguaglianze sanitarie tra i territori ed i cittadini comunitari.
Tuttavia, un controllo efficace delle spese risulta carente in molti paesi e sarà imperativa una attenzione del tutto particolare verso i meccanismi di spesa. Le spese degli Stati per offrire questi servizi pubblici, influenzano la 5 redistribuzione della ricchezza. E’ peraltro importante che le stesse siano ripartite in maniera equa. Resta comunque un dovere dei governi continuare a fornire tali servizi, anche se la loro erogazione si effettua a livello locale.
La privatizzazione di tali servizi deve avere la garanzia degli interessi pubblici. I prodotti o servizi offerti sul mercato libero devono rispettare le regolamentazioni nazionali di qualità, accessibilità e universalità. Spostare tali spese sul mercato non risolverà il problema degli aumenti dei costi, perché dobbiamo constatare che i risultati della privatizzazione non sono quasi mai positivi.
Garantire livelli elevati di cura a tutte le età.
Affinché si possa intervenire efficacemente sulla questione sanitaria, per la FERPA, bisognerebbe intervenire in 4 direzioni:
- La Prevenzione
- La promozione di stili di vita sani
- L’intervento sui c.d. determinanti della salute
- La cura e i diritti dei pazienti
- Il diritto ad una fine di vita degna.
La giusta combinazione tra questi elementi è in grado di dare una prima ed efficace risposta al problema, influendo sul finanziamento del sistema, sulle azioni per migliorare la salute della popolazione, sulla equa disseminazione delle informazioni.
Relazione tra vita professionale ed invecchiamento.
L’invecchiamento evolve sotto l’influenza dell’ambiente al quale ogni individuo è sottomesso ed il lavoro costituisce un aspetto determinante. Gli effetti dell’invecchiamento possono quindi essere introdotti o accelerati attraverso la vita professionale.
Le conseguenze delle condizioni di lavoro sulla salute non sempre sono tutte visibili durante il periodo di attività, bisogna quindi assicurare la continuità tra le ricadute mediche della medicina del lavoro e le ricadute mediche dopo la cessazione dall’attività. Molte questioni restano in sospeso e noi dobbiamo insieme, attivi e pensionati, lavorare affinché siano avanzate e applicate delle proposte.
Si tratta, per i sindacati europei, di rivendicare una legislazione che permetta di garantire concretamente la salute e la sicurezza dei lavoratori in maniera vincolante, ma anche di sensibilizzare i pensionati e i futuri pensionati all’esigenza di assicurare una ricaduta medica lungo il corso 6 di tutta la vita per garantire una pensione in buona salute. I vantaggi delle cure sanitarie devono essere garantiti al di là delle frontiere sull’insieme dell’Unione europea.
La Carta dei diritti per le persone dipendenti.
La non autosufficienza è ormai tristemente diventato un problema comune a tutti i paesi dell’Unione Europea, in quanto coinvolge cittadini di diversa età. Un’alta percentuale di soggetti interessati, a causa dei fisiologici processi degenerativi che accompagnano l’invecchiamento, è appunto rappresentata dalla popolazione anziana. La FERPA ha profuso un notevole sforzo, confluito in una ricerca, per raccogliere testimonianze nei diversi Paesi sulle modalità di contrasto alle difficoltà derivanti dalla perdita di autonomia dei soggetti. Per non disperdere quanto prodotto, oggetto tra l’altro di interessanti discussioni in diversi Stati membri, la FERPA ha adottato una “Carta dei Diritti per i non-autosufficienti”. La FERPA e i sindacati ad essa affiliati, dunque, dovranno garantire il massimo sforzo affinché la CARTA sia posta all’attenzione della società civile, delle istituzioni nazionali ed europee e, vista la sua stretta connessione con la attuale realtà europea e con le linee di tendenza che si disegnano nei sistemi sociali nazionali, di chiunque altro sia nella condizione di contribuire, alla protezione di questi diritti. Ciò, in una visione di più lungo periodo, dovrà favorire una armonizzazione dei sistemi di contrasto ai fenomeni socio-sanitari, divenuta oramai della massima importanza, specialmente in relazione alla libertà di circolazione e di movimento all’interno dell’Unione europea e al processo sempre più stretto di integrazione dei popoli e dei cittadini europei.
LE NOSTRE RIVENDICAZIONI
È necessario mettere in piedi azioni che consentano di portare avanti un’iniziativa popolare europea per la non autosufficienza, finalizzata all’approvazione di una legge quadro per il sostegno alle persone fragili, utilizzando il nuovo strumento della legge di iniziativa popolare previsto dal Trattato.
In tale contesto assume notevole importanza porre attenzione alle problematiche ambientali connesse alla mobilità di soggetti fisicamente o psicologicamente fragili, nei due piani analizzati dalle più attente ricerche sul tema:
- Quello domestico – è necessario porre dei vincoli alle nuove costruzioni (o alle ristrutturazioni di quelli più antichi) che consentano di immaginare che tali luoghi potranno essere abitati da persone non completamente autosufficienti;
- Quello collettivo – con la necessità di immaginare le urbanizzazioni delle città (compresi luoghi pubblici o mezzi di trasporto) fruibili da persone anziane o a ridotta motilità che presto supereranno il 7 25% della popolazione europea.
Nei centri integrati per le persone anziane e nelle case di riposo, è indispensabile che gli Stati membri agiscano affinché tali istituzioni presentino tutte le garanzie di rispetto della dignità della persona. Uno degli aspetti che resta al centro delle considerazioni politiche riguarda la natura e le caratteristiche dei servizi in favore delle persone dipendenti in Europa, legati al ruolo dell’industria privata nel settore.
A lato e a sostegno dell’iniziativa legislativa dei cittadini europei, il Congresso impegna la FERPA a realizzare una ricerca negli Stati membri dell’UE, al fine di analizzare le situazioni esistenti e le differenze normative che inevitabilmente toccano i cittadini più vulnerabili.
3. Il diritto alla pensione
La situazione socio-economia in Europa e le lotte in corso.
Le conseguenze finanziarie dell’ultima crisi rischiano di portare la maggioranza degli Stati a tagliare la spesa sociale e a diminuire le prestazioni previste dalle legislazioni nazionali, con una immediata ricaduta in termini di reddito netto utilizzabile da quei cittadini – quali gli anziani e i non autosufficienti – che non possono rinunciare alle cure o agli aiuti esterni. La situazione economica e politica dei Paesi europei, nonostante timidi segnali di ripresa, rimane tuttora drammatica. I Governi nazionali per tentare di ridurre il debito pubblico accumulato in anni di cattiva gestione, stanno adottando provvedimenti che ancora una volta vanno contro le esigenze dei lavoratori e dei pensionati. Aumento della disoccupazione e, di conseguenza, delle precarietà; tagli indiscriminati alle pensioni e alla spesa destinata alla protezione sociale, sembrano costituire le parole d’ordine di tutti gli esecutivi nazionali. Tra l’altro, si dimentica il ruolo che i capitali dei lavoratori/trici (risparmio personale e collettivo, investimenti dei fondi pensione gestiti dai partners sociali, ecc.) giocano all’interno dell’economi globale, spesso in assenza di misure sufficienti di protezione e di controllo e senza riforme dei mercati finanziari credibili per i cittadini. Di fronte ad una situazione gravissima e senza precedenti come quella che viviamo attualmente, la FERPA, come la CES, è preoccupata per le scelte politiche adottate a livello europeo per la governante dei sistemi economici.
La FERPA intende opporsi a tale visione; per tale motivo continuerà a 8 contribuire alle forme di lotta che verranno promosse dalla CES per reagire a tale situazione.
Le strategie dell’Unione Europea e dei paesi europei – Il Libro verde sulle Pensioni.
La crisi, sommata all’invecchiamento della popolazione ed all’aumento della vita media, ha indotto gli Stati membri a rivedere i propri sistemi pensionistici, attraverso innalzamenti dell’età pensionabile e modifiche nel calcolo delle prestazioni. Pertanto, considerando poco rilevante, nel prossimo futuro un aumento delle prestazioni pensionistiche private nell’ambito dei pilastri di previdenza, la FERPA auspica nell’immediato, una revisione delle modalità di rivalutazione delle prestazioni pensionistiche del pilastro pubblico che hanno visto, negli ultimi anni in numerosi paesi, l’erosione del loro potere d’acquisto.
Considerando che in taluni paesi esiste un pilastro di pensioni collettivo derivante dalla negoziazione sindacale e controllato dai partners sociali e che tale sistema non è al riparo degli effetti negativi della crisi finanziaria, la FERPA chiede che siano rafforzati gli strumenti di sorveglianza di tali fondi. La FERPA considera positivo l’interesse dimostrato dalla Commissione europea alla problematica pensionistica che si è tradotto nella pubblicazione del Libro Verde sulle pensioni, nel quale si afferma con decisione che è divenuto improcrastinabile individuare meccanismi di controllo e di verifica che garantiscano gli investimenti dei lavoratori e dei pensionati. Sarà sicuramente questa una delle sfide di breve periodo del sindacalismo europeo. Se i sistemi pensionistici prevedono l’investimento del risparmio dei lavoratori in alcune direzioni, queste devono essere individuate anche con il concorso dei rappresentanti dei lavoratori e dei pensionati. Solo così si potranno evitare brutte sorprese che hanno come sgradito corollario la privazione di un diritto sociale fondamentale quale quello di poter vivere in maniera libera e dignitosa.
E’ negativo che il Libro verde non faccia la minima allusione al parametro delle entrate e alla possibilità di assicurare le esigenze di finanziamento supplementari che derivano dalle sue previsioni demografiche. Il libro verde dovrebbe: a) riconoscere l’importante contributo delle persone anziane al sostengo dell’economia; b) conoscere e rispettare le differenze e le tradizioni nazionali in materia di sitemi di pensione. Così piuttosto che favorire i sistemi a capitalizzazione con dei vantaggi fiscali, perché non allargare la base contributiva ai regimi di protezione sociale europea. In una società che invecchia, perché non si potrebbe concepire un aumento dei trasferimenti verso le persone anziane, tanto più che esse continuano a contribuire alla ricchezza delle nazioni. 9 Per esempio, la Commissione suggerisce l’aumento del tasso di donne che lavorano.
Ma quando i due genitori lavorano e le strutture di accoglienza dei bambini sono crudelmente mancanti e che, per di più, la disponibilità oraria delle strutture esistenti è mal adattata alle esigenze, alla fine sono i nonni che se ne occupano. Per questo, la porta è aperta per una rivoluzione paradigmatica. Nel quadro di una politica intergenerazionale dell’occupazione, i pensionati alla fine possono essere percepiti come salariati produttori di ricchezze che sarebbero valorizzati dalle loro pensioni.
La solidarietà intergenerazionale.
Le riflessioni che accompagnano la revisione dei sistemi di previdenza non possono essere separate da altre e più impegnative discussioni che devono coinvolgere tutte le generazioni. La sostenibilità e l’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche, ad esempio, non possono essere immaginate se non si pensa contestualmente a come intervenire sulle prestazioni assistenziali o sulle prestazione sanitarie. Non solo. In un sistema che voglia tentare di garantire una cittadinanza piena ed effettiva, nel ragionamento devono essere individuati metodi e soluzioni per assicurare il reperimento delle risorse utili al finanziamento della spesa. In altre parole, sviluppo, aumento dell’occupazione e della produttività, riduzione degli sprechi e delle inefficienze, sono le componenti di un circolo virtuoso che deve costituire la base delle riflessioni future. La solidarietà intergenerazionale può rappresentare una efficace via d’uscita per le problematiche più stringenti della società contemporanea; si pensi al ruolo che possono rivestire gli anziani ed i pensionati in una ridefinizione positiva dei tempi di vita e di lavoro nelle città.
La disuguaglianza rimane….
In un’ottica di genere il problema pensionistico pare amplificato. Se da un lato ci sono spinte da più parti affinché i legislatori nazionali impongano l’uguaglianza dell’età pensionabile tra uomini e donne, anche in virtù della maggiore aspettativa di vita di queste ultime; dall’altro non si può non tenere conto delle differenti prestazioni sociali e di pensione che vengono raggiunte dagli uni e dalle altre. Le donne, infatti, ricevono alla fine della vita lavorativa prestazioni minori rispetto agli uomini a causa di salari generalmente inferiori e perché hanno una carriera discontinua (maternità, cura della famiglia, aiuti a familiari disabili) e, molto spesso, anche per questo non raggiungono i livelli retributivi dei colleghi maschi, per il fatto che i servizi di cura erogati non sono spesso riconosciuti rispetto alle prestazioni sociali e delle pensioni. 10 Sfortunatamente le discriminazioni relative alle donne continuano a persistere. La FERPA rivendica che, prioritariamente, tali disuguaglianze siano abolite in tutti paesi dell’Unione europea, inclusa la materia del reddito. Si può constatare che lo scarto delle pensioni attribuite alle donne in rapporto a quelle degli uomini gira attorno al 20%. Le donne delle famiglie monoparentali e più anziane sono particolarmente toccate. Il sistema economico e del lavoro deve fornire incentivi economici alle donne per includerle nel settore del lavoro formale e delle occupazioni stabili e sicure, al fine di abolire lo scarto salariale legato al genere che porta ad uno scarto nelle pensioni ancora più grande. Comunque, tutte le persone pensionate e anziane hanno il diritto ad un reddito minimo superiore alla soglia di povertà in grado di garantire una vita degna, finanziato da risorse sicure e adeguate.
LE NOSTRE RIVENDICAZIONI
In una visione prospettica e per salvaguardare gli interessi dei pensionati attuali e futuri, sarà necessario riflettere ampiamente ed agire con efficacia su tutte le componenti della spesa di protezione sociale. Analizzare ed aprire una discussione sulle singole voci di spesa che compongono la totalità della spesa in protezione sociale, infatti, può dare spazio ad interventi tampone che mal si conciliano con le necessità che evidenzia la Commissione nell’introduzione al Libro Verde stesso. Per la FERPA, invece, non è possibile riflettere sulle singole componenti di spesa sociale, senza immaginare un disegno di riforma complessivo. Non solo. In un sistema che voglia tentare di garantire una cittadinanza piena ed effettiva, nel ragionamento devono essere individuati metodi e soluzioni per assicurare il reperimento delle risorse utili al finanziamento della spesa per le prestazioni, concetto del tutto assente nel Libro Verde. Nell’individuazione e nella gestione di tali soluzioni, per la FERPA, dovranno partecipare i rappresentanti dei lavoratori e dei pensionati, anche in un’ottica intergenerazionale, al fine di sensibilizzare l’azione dei Governi e della Commissione al mantenimento dei servizi pubblici sociali d’interesse generale. Anche se l’UE non ha competenze dirette sull’organizzazione, la sruttura e i finanziamenti dei sistemi pensionistici negli Stati membri, il dibattito politico è sempre centrato sulle misure giudicate necessarie per uscire dalla crisi, tra le quali le riforme delle pensioni rimangono d’attualità. E’ per questo molto importante che la FERPA s’impegni insieme alla CES in una campagna sindacale per garantire un livello di pensione sicuro e decente. In tal senso, si chiede alla FERPA di organizzare un’azione di lobbyng verso i membri del Parlamento europeo, attraverso un comitato a livello delle istituzioni europee e, al tempo stesso, con la collaborazione degli affiliati dei differenti paesi. L’azione sarà realizzata nel corso dell’anno 2011. I pensionati e le persone anziane, nel quadro delle loro organizzazioni nazionali, della FERPA e della CES, devono impegnarsi nel necessario trasferimento alle generazioni successive e impegnarsi a costruire con 11 esse società nazionali europee in cui le condizioni di vita saranno accettabili, dove ci sia il rispetto della dignità delle persone e l’esercizio della cittadinanza. Per questo si impone l’organizzazione di incontri intergenerazionali ai differenti livelli.
4. Il diritto ad un reddito minimo adeguato per assicurare una vita degna e decente alle persone anziane
È oramai imprescindibile concentrarsi su alcuni obiettivi quali gli aspetti sociali della crisi. Questa, infatti, ha moltiplicato a dismisura le situazioni di esclusione sociale, con immediati riflessi sulla condizione di povertà di una sempre maggiore fetta di popolazione, soprattutto anziani e pensionati. La FERPA, nell’ultimo quadriennio, ha accompagnato all’impegno politico uno sforzo di ricerca e documentazione su temi quali “Perdita del potere d’acquisto delle pensioni in Europa” e “Vivere da pensionato in Europa: quanto costa?”. Tali ricerche evidenziano situazioni diffuse di povertà che affliggono numerosi anziani e pensionati in Europa, con conseguenze troppo spesso nascoste, per quella dignità che è caratteristica propria delle nostre generazioni.
È necessario, pertanto, intervenire sul mercato del lavoro e nei sistemi di welfare, in modo tale da proteggere il reddito degli occupati, mantenendolo collegato al sistema produttivo, e le prestazioni pensionistiche, individuando meccanismi di rivalutazione che tengano conto degli aumenti effettivi dei prezzi.
Le istituzioni europee e i governi nazionali saranno chiamati a fissare dei minimi di pensione che dovranno situarsi al di là della soglia di povertà nei differenti paesi. I tassi di sostituzione per le pensioni legali dovranno posizionarsi al 70% e garantire misure di assimilazione adeguate per i periodi di interruzione dell’attività professionale.
Sulla stessa scia è divenuto improcrastinabile individuare un sostegno economico adeguato per le persone svantaggiate; un reddito minimo o un assegno sociale, che consenta a tali soggetti di soddisfare quantomeno i bisogni primari e vivere in maniera decente e dignitosa.
LE NOSTRE RIVENDICAZIONI
La FERPA, conscia della problematica della dipendenza in virtù di situazioni di esclusione sociale, ha condotto nell’ultimo anno una ricerca comparata sulle modalità di contrasto del fenomeno in uso nei differenti Paesi. L’esperienza della ricerca ci ha insegnato che, vista da un osservatorio ampio come quello comunitario, appare operazione complessa la catalogazione in rigidi schemi delle riposte che gli Stati membri stanno fornendo a questo fenomeno emergente. Ciò deriva soprattutto dalla particolare costruzione sociale che ogni Paese ha ereditato dalla propria storia e che, successivamente, ha sviluppato tenendo conto esclusivamente delle esigenze contingenti dei propri cittadini, senza un disegno di lungo periodo o, ancor meno, complessivo a livello comunitario. Ogni Stato membro, infatti, ha scelto una strada di politica sociale, secondo le proprie tradizioni e la propria cultura politica, economica e sociale. A parere della FERPA risulta evidente che sarebbe necessario un coordinamento europeo più forte ed incisivo in tali settori. Per far questo è opportuno iniziare a riflettere su come garantire agli studiosi di tali eventi dati stabili e comparabili sul fenomeno della povertà e dell’esclusione sociale, e di informazioni precise sull’impatto di questo nella popolazione anziana, al fine di pianificare politiche adeguate.
5. I servizi sociali di interesse generale – la coesione sociale
Le attività multiformi dei SSIG costituiscono lo zoccolo di solidarietà di un modello di società preoccupato per il rispetto delle persone nella loro dignità e nei loro diritti. Esse creano e sono garanti della coesione sociale, senza la quale non c’è avvenire per le future generazioni nei paesi d’Europa.
Riguardo a bisogni così diversi nella loro natura e nelle forme di prestazioni adeguate per rispondervi, la collocazione sul mercato dei SSIG non può che portare a dubbi sulle possibilità di conseguimento delle loro finalità. L’unico rapporto fornitore-cliente su base concorrenziale, non potrà portare che a soluzioni speculative e devianti in rapporto ad un progetto sociale. I finanziamento dei SSIG è una questione di scelte. Non ci sono stati problemi insormontabili per salvare le banche. Inoltre le speculazioni finanziarie sulle materie prime e sull’energia sono ricominciati alla grande. Sarebbe troppo concedere anche i mezzi finanziari necessari per la coesione sociale?
L’obiettivo è di definire uno zoccolo di disposizioni fondamentali che garantiscano un minimo di convergenza e di dinamismo nella costruzione e realizzazione di strumenti per la realizzazione della coesione sociale in Europa. Questo passerà attraverso il Metodo aperto di coordinamento (MOC) dove si dovrà estendere il campo di competenza. Dal lato delle organizzazioni sindacali e della FERPA in particolare, si tratta di essere attenti alla sorte e al modo in cui saranno trattati i SSIG nell’Unione europea e nei suoi Stati membri.
La FERPA attiverà, nel suo seno, un gruppo di studio che avrà come missione di concepire e gestire programmi di ricerca al fine di acquisire una visione più precisa possibile delle caratteristiche che presentano i SSIG nei differenti paesi, compresi gli aspetti della privatizzazione. Tale gruppo dovrà produrre relazioni dettagliate che permetteranno di costruire proposte per le prese di posizione e interventi nei nostri paesi e presso le istituzioni europee.
Le rivendicazioni della FERPA per il 2012 “Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale”
L’anno che ci aspetta, ad avviso della FERPA, riveste un’importanza fondamentale per la costruzione di un’Europa sociale ed inclusiva. La Comunicazione della Commissione sul tema non valorizza adeguatamente il concetto di intergenerazionalità, quasi a sottovalutare le potenzialità del rapporto tra generazioni. Al contrario, ove opportunamente sviluppato tale rapporto potrebbe costituire fondamentale elemento di sviluppo del sistema sociale. È di immediata percezione, ad esempio, l’importanza che potrebbero assumere in lavorazioni di alta specializzazione i senior, qualora fossero impiegati nell’ultima parte della vita attiva e per alcune ore della loro settimana lavorativa in percorsi di formazione dei neoassunti. Strettamente connessa con il punto precedente è la questione relativa all’aumento degli investimenti in istruzione e formazione. Numerosi studi evidenziano come le risorse che nel corso della loro vita avevano raggiunto i più alti livelli di istruzione durante il percorso di studio, o attraverso la frequenza di corsi di formazione professionale, od ancora rendendosi disponibili alla frequenza di corsi organizzati all’interno delle aziende per specializzarsi nell’utilizzo di nuovi macchinari o nuove tecnologie, erano in definitiva quelli meno colpiti dalla problematica della disoccupazione. Un sistema economico e sociale che vuole tendere a garantire ai cittadini un miglioramento della qualità della vita, deve necessariamente costruire percorsi di formazione continua validi ed efficaci. Ancora, la Commissione nella Comunicazione pone l’accento sull’importanza di creare migliori condizioni per le famiglie per il rinnovamento demografico. Accanto alle necessarie previsioni di congedi parentali, ad avviso della FERPA, si potrebbero studiare dei percorsi che valorizzino ed incentivino il ruolo dei pensionati all’interno dei contesti familiari.
La FERPA, in definitiva, per l’anno 2012 sull’invecchiamento attivo e sulla solidarietà intergenerazionale, intende proporre un impegno concreto per sensibilizzare le Istituzioni su tre punti fondamentali:
- l’importanza della cultura – in un mondo globalizzato e soggetto a notevoli cambiamenti di scenario, la cultura non può più essere riservata alle élite della popolazione, ma deve essere messa a disposizione di tutti i cittadini, anche attraverso la possibilità di tariffe agevolate, università popolari o della terza età;
- l’importanza del volontariato – nel quadro di una effettiva solidarietà intergenerazionale il volontariato, dei singoli, delle famiglie, delle associazioni, dovrà diventare il mezzo per offrire un sostegno efficace a coloro che presentano bisogni da soddisfare. In ogni caso bisogna evitare che le prestazioni dei volontari non sostituiscano il lavoro dei professionisti;
- l’importanza degli anziani e dei pensionati nella società – è necessario adoperarsi affinché si giunga al riconoscimento – possibilmente per via legislativa – del ruolo e delle azioni svolte dagli anziani e dai pensionati nell’aiuto alle famiglie, sgravando nel contempo la collettività di costi considerevoli, soprattutto in tale momento di crisi economica;
- l’importanza della diffusione e dell’utilizzazione degli strumenti e delle conoscenze in materia di tecnologie informatiche anche in favore delle persone anziane, in particolare nel campo della sanità;
- l’importanza del lavoro delle persone anziane, in un quadro di formazione per tutto il corso della vita, per trasmettere ai giovani le esperienze e le conoscenze professionali.