“I dati e le considerazioni del Centro Studi di Confindustria, della Corte dei Conti e la rilevazione Istat dell’inflazione di giugno confermano quello che la Uilp e la Uil sostengono da tempo e che è stato al centro della mobilitazione unitaria dei Sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil dello scorso 20 giugno: Serve un immediato cambio di passo nelle politiche economiche del nostro Paese”.

È quanto dichiara il Segretario generale della Uil Pensionati, Romano Bellissima.

“L’Italia e i suoi cittadini – prosegue Bellissima – non possono più aspettare. Serve una ridistribuzione della ricchezza a favore dei redditi da lavoro e da pensione, da attuarsi attraverso la riforma fiscale. L’evasione e l’elusione fiscale vanno combattute con vera determinazione. Si devono ridurre gli sprechi, sia a livello nazionale che delle amministrazioni locali, non i servizi sanitari e sociali, che in un momento di crisi così grave sono importanti per evitare che milioni di cittadini precipitino nella povertà. Si devono eliminare i costi impropri della politica. Il sistema di welfare non va ridimensionato, anche perché può essere un importante motore di sviluppo e di occupazione, ma va razionalizzato. I milioni di cittadini anziani e pensionati stanno pagando un prezzo gravissimo per questa crisi.

Le persone disabili e non autosufficienti non hanno alcuna risposta ai loro bisogni e i servizi per la non autosufficienza rischiano di essere ridotti anche in quelle aree del Paese dove erano più sviluppati, perché il Fondo per le Politiche sociali è stato drasticamente ridotto e il Fondo per la non autosufficienza azzerato. Nessuna politica di rilancio dell’Italia sarà possibile – prosegue Bellissima – ignorando la condizione degli anziani, che costituiscono il 20% della popolazione. Se si continuerà in modo ottuso a ridurre il potere d’acquisto delle pensioni, a tagliare il welfare, a tartassare i pensionati con una pressione fiscale ormai insostenibile, i consumi degli anziani si ridurranno ulteriormente e sarà sempre più difficile per l’Italia uscire dalla recessione e dalla crisi. Gli anziani inoltre non potranno più svolgere quel ruolo sociale fondamentale di aiuto anche economico alle famiglie dei loro figli e nipoti, spesso disoccupati. La cura Monti non ha funzionato. La ricetta dunque è sbagliata e deve essere cambiata. Noi abbiamo delle proposte. Le vogliamo esprimere in un confronto franco.

Le nostre richieste non sono corporative, ma sono indirizzate a far ripartire lo sviluppo e la crescita del nostro Paese, ad ottenere un fisco più equo, che faccia pagare tutti e soprattutto chi non ha mai pagato, a salvaguardare e incrementare una rete di servizi sociali, sanitari e socio sanitari in grado di aiutare tutti i cittadini e di creare anche nuovi posti di lavoro. Ci rivolgiamo al Governo centrale, alle amministrazioni locali, alla politica, all’opinione pubblica. Ci devono ascoltare, perché in uno Stato democratico i governi, le amministrazioni non possono fare ciò che vogliono, ma devono ascoltare e confrontarsi con i cittadini e con le parti sociali. C’è bisogno di politiche vere – conclude il Segretario generale Uilp – e il nostro impegno continuerà fino a quando le politiche economiche del nostro Paese non cambieranno”.