“È davvero sconvolgente che tanti politici ed economisti, in dichiarazioni nei talk show e sui quotidiani, continuino a riproporre la necessità di porre mano al sistema pensionistico, con proposte inquietanti”.

È quanto dichiara il Segretario generale della Uil Pensionati Romano Bellissima. “Al centro di questo dibattito, ci sono anche le proposte del neo Presidente dell’Inps Tito Boeri, che da tempo suggerisce il ricalcolo contributivo di tutte le pensioni erogate con il sistema retributivo. Come se i lavoratori italiani a suo tempo – commenta Bellissima – avessero avuto la possibilità di scegliere con quale sistema andare in pensione.

I maggiori paladini di questa proposta sono proprio i parlamentari, che non ricevono pensioni, ma vitalizi, che sarebbero dunque esclusi da questa misura, a meno che gli stessi parlamentari modifichino i propri regolamenti, cosa che finora è successa in misura assai limitata. Sono proprio i vitalizi, dei parlamentari, dei consigli regionali e di tutti gli eletti e nominati negli organi istituzionali, ad essere calcolati ancora oggi con meccanismi vantaggiosi rispetto a tutti gli altri cittadini italiani.

Così come è ancora possibile accumulare più pensioni contemporaneamente. La Uil da molti anni si batte contro i veri privilegi previdenziali, con proposte precise che non sono mai state accolte dai Governi e dal Parlamento. Salvaguardare i diritti acquisiti non è difendere privilegi, ma difendere un basilare principio di legalità. Non si possono cambiare le carte in tavola a partita già iniziata o già giocata. Cosa diremmo se dopo aver stipulato un’assicurazione sulla vita, alla fine ci dicessero che le regole sono cambiate e non abbiamo più diritto al premio precedentemente stabilito, in base al quale abbiamo pagato per anni?

Un altro aspetto fondamentale per fare chiarezza sulla spesa previdenziale italiana è attuare finalmente una vera separazione della previdenza dall’assistenza, contabilizzare le tasse che i pensionati pagano e che sono tra le più alte d’Europa. E fornire a Istat e Eurostat i dati corretti. Così si capirebbe che non spendiamo troppo per le pensioni e troppo poco per l’assistenza e anche le istituzioni europee e mondiali smetterebbero di chiederci ulteriori tagli alle pensioni. Invitiamo il neo Presidente dell’Inps Boeri a cominciare ad attuare questi provvedimenti, invece di pensare a fare nuovamente cassa con le pensioni di chi ha lavorato per anni e pagato anni di contributi.

È necessario inoltre fare chiarezza sul deficit dell’ex Inpdap, obbligando le amministrazioni pubbliche (spesso strette da tagli di bilancio imposti dallo Stato centrale) a pagare i contributi previdenziali per i loro dipendenti. Oggi tutte le pensioni sono calcolate con il sistema contributivo e correlate alla speranza di vita. Il sistema non solo è sostenibile, ma rischia addirittura di produrre nel futuro pensioni inadeguate. Un aspetto fondamentale per la sostenibilità del sistema pensionistico è oggi l’incremento del Pil e dell’occupazione.

Se il Pil e l’occupazione non cresceranno, allora sì che ci saranno problemi di sostenibilità del sistema e difficoltà a pagare le pensioni in essere. Governo e Parlamento si concentrino su questo. Le risorse per far ripartire il Paese – conclude Bellissima – si possono, e devono, trovare: dall’evasione e dall’elusione fiscale e contributiva; dalla lotta alla corruzione; dalla riduzione dei livelli istituzionali; dalla riorganizzazione della spesa pubblica e dalla lotta agli sprechi; dall’unificazione dei centri di spesa. Ci diano ascolto e abbandonino idee dannose e punitive per cittadini incolpevoli”. 18 febbraio 2015