“Questo Governo conferma di non essere in grado di assicurare misure veramente efficaci per l’equità e lo sviluppo”.

È quanto dichiara il Segretario generale della Uil Pensionati Romano Bellissima commentando le misure contenute nella legge di stabilità.

Non vediamo – prosegue Bellissima – nelle misure varate dal Consiglio dei ministri un reale cambio di passo per quanto riguarda le persone anziane e i pensionati, in grado di arrestare il loro progressivo impoverimento. Valutiamo positivamente la riduzione dell’Irpef, che va nella direzione più volte auspicata dalla Uilp e dalla Uil e che interesserà la maggioranza dei pensionati italiani.

Temiamo tuttavia che questa riduzione possa essere vanificata dall’aumento dell’Iva, che comporterà un aumento di molti beni e servizi di prima necessità e la crescita ulteriore dell’inflazione. Va inoltre considerato che il taglio dell’Irpef non porterà alcun beneficio alle persone fiscalmente incapienti (tra le quali i pensionati sono numerosi) che hanno redditi così bassi da non pagare l’Irpef e che invece saranno penalizzate sicuramente dall’aumento dell’Iva. Un altro elemento di preoccupazione è la rimodulazione delle detrazioni e delle deduzioni. Anche questa misura potrebbe contribuire a vanificare la riduzione dell’Irpef, ma si dovrà capire meglio quali saranno le voci interessate. Ci preoccupano anche gli ulteriori tagli al Servizio sanitario nazionale. I recenti scandali in numerose Regioni dimostrano che sicuramente c’è molto da tagliare e da razionalizzare nei fondi destinati a Regioni ed enti locali e siamo convinti che ci siano possibilità di risparmiare anche nella spesa sanitaria. L’importante è che non si taglino i servizi sanitari e socio sanitari, che sono fondamentali per tutti i cittadini e in particolare per le persone anziane. Una decisione che valutiamo molto negativamente è la riduzione del 50% della retribuzione per i giorni utilizzati dai dipendenti pubblici per assistere genitori con disabilità. Come Uilp consideriamo molto grave che si introduca una differenziazione tra lavoratori pubblici e lavoratori privati e tra l’assistenza a figli e coniugi e l’assistenza ai genitori. La famiglia già svolge un ruolo fondamentale di sussidiarietà nell’assistenza delle persone non autosufficienti, che sono in grande maggioranza anziane, cercando di far fronte all’assenza di una legge nazionale, di una piano nazionale e di finanziamenti mirati, tanto più che il Fondo nazionale per le non autosufficienze è stato totalmente azzerato.

Lo Stato, invece di operare per aiutare le persone non autosufficienti a restare nel proprio nucleo familiare, con oggettivi e consistenti risparmi rispetto alla loro istituzionalizzazione, sancisce che le persone con disabilità anziane sono di serie B rispetto alle altre e ‘incoraggia’ il loro abbandono. Questo è davvero un messaggio sbagliato e grave. Se il problema – conclude Bellissima – è stanare i furbi, allora si intensifichino i controlli, ma non possono essere penalizzati i tantissimi figli, e soprattutto figlie, che cercano di aiutare i propri genitori, con tante difficoltà a conciliare il lavoro con l’assistenza ai congiunti”.