Una dichiarazione del Segretario generale Uil Pensionati Romano Bellissima.
“Basta con gli atteggiamenti discriminatori e persecutori nei confronti delle persone anziane. E basta con i messaggi fuorvianti”.
[dropcap]È[/dropcap] quanto dichiara il Segretario generale della Uil Pensionati Romano Bellissima a proposito delle prese di posizione sulla revisione dell’esenzione dei ticket sanitari per le persone anziane.
“L’assessore Coletto – prosegue Bellissima – alla fine di una serie di dichiarazioni alle agenzie di stampa, ha rettificato il suo pensiero, specificando che la sua proposta di abolire l’ esenzione ticket sanitari per gli over65enni riguarderebbe solo persone sane e benestanti.
Vorremmo dire all’Assessore Coletto che i ticket sanitari sono pagati da persone malate o che potrebbero esserlo. Nessuna persona in buona salute assume farmaci o fa esami per divertimento. Se c’è un abuso di prescrizioni, il problema va risolto a livello dei medici di famiglia, con protocolli più adeguati ed efficaci.
La diagnosi precoce delle malattie, inoltre, non solo salva moltissime vite, ma riduce i costi del servizio sanitario.
Per quanto riguarda il reddito – prosegue Bellissima – esiste già un tetto per le persone anziane. L’esenzione dai ticket per gli over65 infatti oggi è prevista solo per chi ha un reddito familiare lordo inferiore a 36mila euro. Gli anziani ‘benestanti’ il ticket già lo pagano.
Vorremmo anche ricordare che centinaia di migliaia di cittadini, in gran parte anziani, oggi rinunciano alle cure e alla diagnosi precoce perché non hanno i soldi e perché i ticket sono troppo alti e che l’applicazione di ticket elevati sta spostando i cittadini dalla sanità pubblica a quella privata.
Si vuole riservare il Servizio Sanitario nazionale solo agli indigenti e agli evasori, purtroppo numerosissimi nel nostro Paese? Se questo è l’obiettivo – afferma ancora il Segretario generale della Uil Pensionati – lo si dica con chiarezza e si apra una discussione seria con tutti i cittadini e con le forze sociali.
Le persone anziane in Italia in questi ultimi anni vengono criminalizzate con atteggiamenti che sfiorano la persecuzione patologica. Sono raffigurate come coloro che stanno ‘rubando’ le pensioni, le prestazioni sanitarie, il welfare in generale. Si dimentica che sono cittadini che hanno lavorato, pagato le tasse e i contributi previdenziali Si dimentica che ancora oggi sono tra i maggiori contribuenti italiani, benché i loro redditi siano modesti e per alcuni milioni di anziani assolutamente insufficienti, che pagano circa un terzo di tutto l’Irpef, che le tasse sulle pensioni in Italia sono tra le più alte d’Europa. Si dimentica infine che sono un vero ammortizzatore sociale per le famiglie e che se non ci fossero i nonni moltissimi bambini non avrebbero un luogo in cui stare, vista l’assoluta carenza di asili nidi e di servizi per l’infanzia nel nostro Paese.
Invitiamo dunque il Governo e la Conferenza delle Regioni nel corso dei prossimi incontri sulla riforma della compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini a mostrare maggiore lungimiranza e attenzione ai diritti e ai bisogni delle persone anziane.