Il Segretario generale della Uil Pensionati Romano Bellissima e tutta la Uilp ricordano e celebrano il 25 aprile, Anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

[dropcap]C[/dropcap]osì il 25 aprile 1945 a Milano il comandante partigiano Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, chiama i cittadini, gli operai all’insurrezione: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”.

È il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclama l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. Milano è liberata. È la spallata finale al nazifascismo. Sono i giorni conclusivi della Resistenza cominciata all’indomani dell’8 settembre 1943. Resistenza in cui hanno avuto un ruolo importante tante lavoratrici e lavoratori. Vogliamo ricordare in particolare gli scioperi delle fabbriche del marzo-aprile 1943, in cui gli operai chiedevano pane, pace, lavoro e libertà. Scioperi fondamentali per la caduta del fascismo. E successivamente gli scioperi del 1944 e la difesa delle fabbriche durante la ritirata delle truppe tedesche.

Il 25 aprile 1945 segna l’inizio di una nuova storia nazionale. Come scrisse Winston Churchill, l’Italia deve la propria libertà ai suoi caduti partigiani, perché solo combattendo si conquista la libertà.

Per noi della Uilp, libertà e democrazia sono valori ancora e sempre attuali, in Italia e nel mondo. Libertà dagli invasori e dalle dittature. Ma anche libertà dal bisogno, dalla povertà, dall’umiliazione che nasce dall’esclusione e dall’assenza di lavoro e di risorse necessarie per vivere in dignità. Libertà che vuol dire anche responsabilità, individuale e collettiva. Libertà che si può concretizzare solo se c’è una vera democrazia, uno stato di diritto; solo se sono garantite pari opportunità per ogni cittadina e cittadino, senza discriminazioni di genere, credo, opinioni e orientamento sessuale.

Per questi valori, si sono battuti i tanti sindacalisti, i lavoratori, i giovani, le donne e gli anziani che hanno partecipato alla Resistenza. Si sono battuti i lavoratori nell’Ottocento per ottenere condizioni di lavoro più eque e una società più giusta e democratica. Per questi valori abbiamo continuato a batterci come Uil nell’Italia repubblicana.

E continueremo a farlo.