Si è tenuta in tutto il mondo la prevista giornata di mobilitazione internazionale per i diritti e la dignità dei pensionati italiani all’estero che i Sindacati dei Pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil hanno promosso per il secondo anno consecutivo per il 10 dicembre.

Centinaia di pensionate e pensionati italiani, con i loro patronati, si sono recati in decine di ambasciate e sedi consolari nei Paesi della nostra emigrazione per illustrare i loro problemi e chiedere un intervento di Ambasciatori e Consoli sul Governo italiano perché venga data positiva soluzione ai loro problemi più urgenti.

Dall’Australia al Canada, dall’Europa alle Americhe, la voce dei pensionati si è espressa anche con la consegna a Consoli e Ambasciatori di una lettera dei Segretari Generali dei Sindacati dei Pensionati e dei Presidenti dei Patronati. A Londra come a Berna, a Sidney come a Melbourne; a Sarajevo, a Lima, a Montreal, a Buenos Aires, a Basilea, a Cordoba, a Montevideo, a Mendoza; a Zurigo, a Losanna, a Ginevra, a Lugano; ad Amsterdam; a Lilla e a Mulhouse, in Francia, e in altre decine di sedi consolari, la risposta di Ambasciatori e Consoli è stata improntata ovunque alla massima attenzione verso i problemi posti, del resto ampiamente conosciuti e condivisi, così come unanime è stata la loro disponibilità a segnalare al Governo italiano l’avvenuto incontro e i problemi affrontati.

Le difficoltà della nostra emigrazione sono del resto così evidenti e così preoccupante il loro continuo aggravarsi, che in Argentina si è reso necessario integrare le richieste comuni presentate nel resto del mondo, con una richiesta specifica sulla situazione dell’assistenza sanitaria che dal primo gennaio non sarà più garantita a più di tremila anziani in povertà emigrati nel grande paese del Sud America. A causa dei tagli alle risorse per gli italiani all’estero dal 1° gennaio infatti il 40% degli oltre ottomila anziani assistiti da una convenzione del Governo italiano con la Swiss Medical perderanno il diritto all’assicurazione sanitaria, mentre i cinquemila che continueranno ad usufruirne si vedranno ridotte le prestazioni fin qui erogate.

Una situazione di insostenibilità che si affianca a quelle per le quali già i Sindacati dei pensionati avevano chiesto al Governo precise risposte che continuano a mancare, così che oggi gli anziani emigrati sono colpiti due volte: dalla crisi internazionale che non risparmia i paesi dove vivono e dai tagli che tolgono risorse all’assistenza che Consolati e convenzioni garantivano. La voce che il 10 dicembre si è unanimemente levata in tutto il mondo è quindi un forte monito al nostro Governo e all’intero Parlamento, perché un Paese che ha conosciuto il suo sviluppo anche grazie alle rimesse dei nostri emigranti oggi non può ripagare in questo modo proprio coloro che a quello sviluppo contribuirono in prima persona.

Contiamo che, come già si è espresso unanimemente il Comitato sugli Italiani all’estero della Camera dei Deputati, così anche il Governo e l’intero Parlamento sappiano trovare condivise, positive e urgenti risposte alle richieste presentate da Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil, perché nessuno può più fingere di non aver sentito la voce dei pensionati levatasi il 10 dicembre in tutto il mondo.