Sui Punti di Primo Intervento nella provincia di Latina pensiamo che sia arrivato il momento di fare chiarezza e trasparenza.

Da una parte sentiamo dire che la Regione si adegua a quanto previsto dalla circolare ministeriale e che a fine anno saranno chiusi e dall’altra il Direttore Generale della ASL di Latina che assicura, invece, che al contrario saranno trasformati, potenziati e saranno provvisti di una postazione “118” medicalizzata.

Questa situazione di incertezza non è più tollerabile, affermano Francesca Salvatore e Natale Valerio – Segretari Responsabili Territoriali UILP Latina Nord e Latina Sud.

Come UIL Pensionati di Latina siamo molto preoccupati, perché tale vicenda rischia di rendere i servizi sanitari nella provincia di pontina ancora più precari.

Al contrario noi pensiamo che vi sia bisogno di avere strutture territoriali qualificate sia sul piano dell’organizzazione che dell’efficienza dei servizi.

Con i Punti di Primo Intervento non vorremmo certamente rivivere l’amara esperienza di qualche anno fa quando sono state decise le chiusure di alcuni nosocomi in provincia per essere riconvertiti di strutture territoriali che ancora oggi stentano a fornire servizi adeguati alla domanda di salute che proviene dalla popolazione, soprattutto quella anziana.

Una situazione questa che chiama in causa anche il Sindaco di Latina, che non può tacere su questa situazione dal momento che è il Presidente della Conferenza provinciale dei Sindaci sulla Sanità.

Per questo chiediamo al Sindaco di Latina, Damiano Coletta, in qualità di presidente della conferenza dei Sindaci sulla sanità, di convocare una riunione alla presenza dell’Assessore Regionale alla sanità, Alessio D’Amato, del Direttore della ASL di Latina, Giorgio Casati, alla presenza delle forze sociali e della società civile, per affrontare il tema dei Punti di Primo Intervento.

Sarebbe un errore pensare che i servizi prestati dai Punti di Primo Intervento non siano indispensabili. È utile ricordare che il tema delle emergenze in provincia di Latina dove risiedono  574 mila abitanti è particolarmente delicato poiché attualmente sono operativi soltanto 6 pronti soccorso. Non c’è il rischio di affollare i già sovraccaricati pronto soccorso?

Infatti, secondo gli ultimi dati disponibili (2016), gli accessi ai pronto soccorso della provincia pontina sono oltre 209 mila, ovvero un tasso di ricorso al pronto soccorso di 36 persone ogni 100 abitanti. Una media superiore a quella nazionale (34 persone ogni 100 abitanti).

Tra l’altro se si prende in considerazione la classifica degli accesi ai 50 pronto soccorso del Lazio, il “Santa Maria Goretti di Latina” con 62 mila accessi l’anno si pone al settimo posto nel Lazio preceduto soltanto dai grandi ospedali della Capitale (Policlinico Umberto I°, San Camillo, Bambin Gesù, Gemelli, Pertini e Policlinico Casilino); il “Dono Svizzero di Formia” occupa la 19° posizione con oltre 39 mila accessi l’anno; il ponto soccorso di “Città di Aprilia” la 22° posizione con oltre 36 mila accessi l’anno; il “Fiorini di Terracina” la 29° posizione con oltre 32 mila accessi l’anno; il “San Giovanni di Dio di Fondi” la 40° posizione con 23 mila accessi l’anno; “l’ICOT di Latina” la 45° posizione con oltre 17 mila accessi l’anno.

Il 3% degli accessi nei sei pronto soccorso presenti nella provincia di Latina riguarda i cosiddetti “codice bianco”; il 69% riguarda il “codice verde”; il 26% riguarda il codice “giallo”; il 2% il “codice rosso”.

Pertanto non solo i Punti di Primo Intervento sono fondamentali e, se potenziati potranno contribuire in modo significativo a non intasare ulteriormente i pronto soccorso oltre a risolvere molti interventi da codice verde e bianco che sono tra le cause principali del sovraffollamento degli stessi pronto soccorso.