Giornata internazionale della donna 8 marzo 2013
Investire sulle donne di tutte le età per uscire dalla crisi

In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, vogliamo ricordare che senza investire sulle donne, bambine, giovani, adulte ed anziane, non sarà possibile uscire dalla crisi e costruire una società con più lavoro, più giustizia sociale, più uguaglianza, più solidarietà.
Esiste una relazione stretta tra miglioramento delle condizioni delle donne nel nostro Paese e miglioramento generale della società.

Le donne, di tutte le età, sono un importante motore di sviluppo e una grande risorsa del nostro Paese.
Dare maggior spazio alle donne, a tutti i livelli, nel lavoro, nella politica, nelle istituzioni, nelle imprese, nel mondo dell’economia e della finanza, eliminando gli ostacoli oggi esistenti alla loro piena partecipazione alla vita politica, economica, sociale e nei luoghi dove si fanno le scelte, arricchisce il sistema Italia di professionalità e competenze.

Combattere la violenza sulle donne, che ancora si annida nella società e soprattutto nelle famiglie. Sconfiggere il femminicidio, cioè gli omicidi delle donne in quanto donne, che lo scorso anno sono stati più di 100. Contrastare i tanti pregiudizi e i tanti stereotipi di genere che ancora esistono. Promuovere nella società, a partire dalla scuola, una reale cultura di parità e una rappresentazione non sessista delle donne nei media e nella pubblicità.

Attuare politiche attive del lavoro in un’ottica di genere, incentivare l’occupazione e l’imprenditoria femminile, in tutte le fasce di età. Incrementare le politiche di conciliazione e i servizi, in particolare quelli per l’infanzia e la non autosufficienza. Promuovere una migliore organizzazione degli orari e dei tempi delle città.

Soprattutto in un momento di gravissima crisi come l’attuale, in una situazione così difficile e complessa qual è quella che stiamo vivendo, valorizzare e migliorare la condizione delle donne vuol dire contribuire alla soluzione di tanti problemi che ostacolano lo sviluppo e la ripresa dell’Italia. Vuol dire contribuire alla creazione di posti di lavoro e alla crescita del Pil, alla costruzione di un welfare più adeguato alla realtà che cambia, al rilancio del Mezzogiorno, alla ripresa dei consumi, alla riduzione della povertà, con minore necessità di politiche assistenziali. Vuol dire insomma contribuire a realizzare una migliore la qualità della vita e un maggior benessere per tutti.