Femminicidi in Italia: a cura dei Centri ascolto Mobbing e Stalking Uil contro tutte le violenze, una indagine sul fenomeno dei femminicidi in Italia.
Nazionalità della Vittima: l’81% delle vittime è di nazionalità italiana, mentre il 19% è straniero. Tra le vittime straniere, l’80% proviene dall’Europa dell’Est.
Età delle Vittime: la maggioranza delle vittime ha un’età compresa tra i 31 e i 40 anni (17%). Sorprendentemente, ci sono percentuali significative di femminicidi nelle fasce di età 0-20 e 70-90 anni.
Tasso dei Femminicidi nelle Regioni: La Lombardia è la regione con il numero maggiore di femminicidi negli ultimi 7 anni. Il tasso più elevato di femminicidi, calcolato per 100.000 donne, è nell’Abruzzo (0,77).
Autore del Reato: il 42% dei femminicidi in Italia è stato commesso da mariti, conviventi o compagni. Gli ex partner sono responsabili del 17% dei casi. La relazione parentale è una predittrice significativa, con il 92% dei casi che si verifica in ambito affettivo, domestico o familiare.
Orfani da Femminicidio: Ci sono, in Italia, 32 orfani da femminicidio al 2 novembre 2023, che includono figli minorenni e maggiorenni non autosufficienti delle vittime.
Il femminicidio riguarda tutte le donne. Avviene molto frequentemente all’interno delle mura domestiche. Il fenomeno è strutturale. La violenza di genere è una violazione dei diritti umani la cui matrice risiede nella cultura delle relazioni fra generi che relega le donne in ambiti familiari tradizionali, subordinandole alla dominanza maschile.
Prevenire i femminicidi in Italia:
Per prevenire il fenomeno bisogna intervenire su 3 grandi macroaree:
- Prevenzione:
a)Attraverso le campagne di informazione e sensibilizzazione nelle scuole e in altri luoghi delicati e
nelle situazioni delicate;
b)Formazione specifica di tutti gli/le operatori/trici (operatrici/tori centri, psicologhe/gi, avvocate/ti,
assistenti sociali, magistrati, forze dell’ordine) anche per evitare l’utilizzo di teorie scientificamente
non accreditate come la PAS. - Protezione e sostegno:
a) Migliorare e implementare le reti presenti ampliando il coordinamento fra tutti i servizi presenti
in un dato territorio (CAV, CR, Centri sindacali, servizi sociali, ASL, forze dell’ordine). Favorendo a
livello istituzionale una mappatura di tutti i servizi esistenti per monitorare la qualità del servizio
offerto;
b) Favorire percorsi di empowerment economico, lavorativo e di autonomia abitativa delle donne;
c) Monitorare le strutture e le case famiglie per i minori. - Punizione:
a) Bisogna garantire la tutela delle donne vittime di violenza;
b) Valutazione e gestione del rischio;
c) Favorire i provvedimenti che allontanino l’uomo violento dall’abitazione familiare. Attualmente è
prevalentemente la donna che, in situazioni di pericolo, cerca rifugio nelle case apposite, lasciando
la sua abitazione.
Scarica QUI la scheda con l’indagine completa a cura dei Centri ascolto Mobbing e Stalking Uil contro tutte le violenze,
Scarica QUI le grafiche elaborate dalla Uil Pensionati.