Risoluzione sulla riforma della Governance economica, adottata dal Comitato esecutivo della CES lo scorso 27 marzo.
Come UIL, abbiamo sostenuto l’approvazione di questo documento, espressione della ferma opposizione della maggioranza dei sindacati europei alla riforma della Governance e alle politiche di austerity che ne conseguiranno.
Come sostenuto dalla campagna UIL “Patto di stabilità? No grazie”, una rinnovata governance economica europea e la riforma del Patto di stabilità e crescita dovrebbero promuovere un modello economico e sociale più forte, incentrato sull’economia reale, sulla creazione di posti di lavoro di qualità, sul lavoro dignitoso e sulla redistribuzione attraverso la contrattazione e un sistema fiscale equo soprattutto verso quelle aziende che generano extra profitti.
La riforma in questione rappresenta un ritorno al passato. Il Patto di stabilità e crescita non è stato modificato nelle sue componenti più critiche e il nuovo quadro di sorveglianza macroeconomica presenta elementi stringenti.
Il rischio, ormai quasi certezza, è la messa in atto di nuove politiche di austerità. Sulla base delle numerose stime disponibili, l’Italia dovrebbe affrontare rientri nel rapporto Debito/Pil e Deficit/Pil onerosissimi, tanto da mettere a forte rischio il sistema sanitario nazionale e la spesa sociale.
In questo quadro, si rischia la frammentazione del progetto europeo, garantendo la possibilità di spesa e crescita solo a quei pochi Paesi che non incorrono in deficit di bilancio.
Come UIL, crediamo nell’importanza di riaffermare il ruolo solidaristico e regolatorio dello Stato a favore delle fasce più deboli della società, grazie all’utilizzo di strumenti europei di investimento che siano comuni e strutturali. A questo scopo, è essenziale rendere permanenti i meccanismi di solidarietà introdotti e decisivi durante la pandemia, come SURE e NextgenEU, al fine di garantire condizioni di parità negli investimenti tra i paesi membri della UE.
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