“Cari colleghe e colleghi,
mi auguro che stiate tutti bene. Prima dell’estate siamo stati chiusi in casa per cercare di fermare i contagi di questo terribile virus che stava provocando un’alta mortalità in Europa e nel mondo, in particolare tra le persone anziane e soprattutto tra quelle residenti nelle case di cura.
Nei mesi precedenti all’estate, la pandemia ha colpito in maniera disomogenea i Paesi europei. Questo ha fatto nascere un dibattito interno all’Unione riguardo alle misure da adottare per contenere la diffusione del contagio. Alcuni Paesi sostenevano che il ‘lockdown’ fosse una misura troppo drastica, che avrebbe avuto conseguenze troppo gravi sull’economia europea e su quella dei singoli paesi.
Tuttavia, la maggior parte di noi si è convinta che per superare la Pandemia fosse necessario rispettare le regole emanate dai singoli Paesi. Abbiamo affrontato il periodo di chiusure con tanta determinazione e solidarietà augurandoci che quello che stava avvenendo non si ripetesse.
Tuttavia quanto ci auguravamo non si è verificato: stiamo vivendo la seconda ondata, il virus dilaga in tutto il mondo e colpisce fortemente anche quei paesi che in primavera avevano dei dubbi sul lockdown, a dimostrazione che per sconfiggere il virus occorre un’Europa unita e solidale.
Ora più che mai non dobbiamo abbassare la guardia. Vi invito dunque a vivere le vostre giornate con prudenza e attenzione, a continuare ad affrontare con determinazione e solidarietà questo periodo, senza lasciare spazio alla rassegnazione o alla rabbia, come invece sta avvenendo in molte nazioni.
Considerate le risorse economiche messe a disposizione dall’Unione europea, dobbiamo continuare a rivendicare forti investimenti nella sanità pubblica e nei servizi, nelle cure di lunga durata, nell’assistenza domiciliare, al fine di avere servizi, sostegni e assistenza efficienti e di qualità per tutti i cittadini, in particolare per i più vulnerabili come le persone anziane. È necessario inoltre mettere in sicurezza e riformare le strutture residenziali sociosanitarie per anziani.
Dobbiamo, inoltre, respingere le proposte di isolamento forzato delle persone anziane in casa o nelle case di cura come misura di prevenzione al rischio contagio, in quanto gli anziani hanno gli stessi diritti degli altri cittadini e pertanto vanno tutelati con tutta l’assistenza di cui hanno bisogno. Inoltre, l’isolamento anagrafico forzato non solo inasprirebbe il senso di solitudine già esistente tra le persone anziane che vivono sole, ma aumenterebbe anche il rischio di potersi ammalare di altre patologie, senza possibilità di ricevere le cure adeguate.
Occorre inoltre essere molto attenti, affinchè i forti danni economici che la pandemia sta causando non gravino sulle persone anziane e sulle loro pensioni. Dobbiamo respingere qualsiasi tentativo di ridurre la spesa sociale e previdenziale.
Nel prossimo mese di novembre, superati i problemi tecnici di collegamento e traduzioni, dopo 11 mesi avremo modo di rivederci, anche se solo virtualmente. Sarà un’occasione per scambiarci le nostre esperienze vissute in questi mesi; per cercare di definire un percorso che sappia rafforzare il ruolo della Ferpa; per costruire rivendicazioni mirate verso le Istituzioni europee e che possano essere utili alle singole organizzazioni.
Cari colleghe e colleghi speriamo che questo brutto e lungo periodo passi presto per permetterci di vederci presto di persona, perché nel nostro lavoro di dirigenti sindacali il rapporto personale è un fattore indispensabile.
Io, Jessica e Henri vi inviamo un forte abbraccio.”