Dichiarazione sindacale della Csi e del Tuac in occasione della riunione dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle banche centrali del G20 – Shanghai 26-27 febbraio 2016

In occasione della riunione dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle banche centrali del G20, la Confederazione internazionale dei sindacati (CSI) ed il Comitato consultivo sindacale presso l’OCSE (TUAC) – che rappresentano la componente internazionale di L20 – desiderano esprimere preoccupazioni in merito alla situazione economica e chiedere ai Paesi membri del G20 d’intraprendere azioni per stimolare la crescita e l’occupazione e mantenere gli impegni politici assunti in passato dal G20.

Crescita stagnante e crescente disoccupazione

Le ultime previsioni OCSE (1) mostrano che quest’anno la crescita del PIL mondiale non sarà superiore a quella del 2015 – che è stata già, di per sé, la crescita più lenta registrata negli ultimi cinque anni. Nel 2014 il G20 si era impegnato ad aumentare il PIL dei paesi del G20 del 2,1% al di sopra della traiettoria prevista dalle politiche nei cinque anni successivi. Il G20 non è in linea con quell’obiettivo. Dopo sette anni caratterizzati dalla più lenta ripresa mai registrata fino ad oggi, l’economia mondiale è stata ora colpita da una serie di shock interconnessi che si rafforzano reciprocamente. La Cina, fino ad oggi una delle principali fonti di domanda mondiale di macchinari e materie prime, si sta indirizzando verso un differente modello di sviluppo, che porta a significativi cambiamenti della domanda internazionale. Inoltre, i flussi di capitale stanno destabilizzando molte economie emergenti in quanto i mercati reagiscono alla decisione della Federal Reserve americana di alzare i tassi d’interesse e limitare la crescita della liquidità.

Al contempo, le azioni intraprese da altre banche centrali nelle acque inesplorate dei tassi di interesse negativi hanno sortito l’effetto opposto, portando ad una maggiore volatilità dei mercati, a scommesse rischiose da parte degli investitori istituzionali “in cerca di rendimenti” ed alle conseguenze dei tassi di interesse negativi per il settore bancario. Nonostante l’impegno del G20 dopo il 2008 per riformare il sistema finanziario ed il piano d’azione da parte del Financial Stability Board, la regolamentazione dei mercati bancari e finanziari resta un’incompiuta.

Questi shock si verificano in un momento in cui l’economia mondiale sta ancora assimilando le conseguenze della crisi finanziaria precedente e non si può permettere un ulteriore rallentamento della crescita. In alcune economie, la ripresa economica è a malapena iniziata. Al contempo, l’OIL prevede che la disoccupazione mondiale aumenterà sia nel 2016 che nel 2017 (2), con tassi di partecipazione in alcune economie ancora al di sotto dei livelli precedenti la crisi. Più a lungo la disoccupazione di lunga durata e la sottoccupazione restano elevate o continuano a crescere, maggiore è il rischio che diventino “strutturali” a causa del cosiddetto scarring effect – l’effetto cicatrice per cui essere disoccupati oggi aumenta la probabilità di esserlo in futuro.

Il fatto che l’inflazione sia ormai così bassa è estremamente preoccupante, così come il timore che il  minimo shock economico negativo porti ‘l’inflazione vicina allo zero’ ed addirittura sfoci in vera e propria deflazione. La posizione politica attuale di affidarsi solo alla politica monetaria per mantenere l’economia mondiale a galla non funziona. L’austerità di bilancio e l’indebolimento degli istituti di contrattazione collettiva hanno ridotto le retribuzioni ed il tenore di vita. Ciò ha contribuito al rischio di deflazione. Ha anche reso notevolmente più complesso il compito delle banche centrali nel riancorare le aspettative di inflazione.

Le azioni volte a favorire una crescita complessiva ed un occupazione di qualità

La CSI ed il TUAC chiedono misure rapide e complessive per stimolare la domanda aggregata e ridurre le disuguaglianze. Al fine di prevenire una ricaduta in una nuova crisi, si rende necessario con urgenza uno stimolo collettivo e coordinato della domanda dalle e nelle economie dei paesi del G20. Nell’intraprendere  azioni, i governi dovranno:

• evitare svalutazioni competitive tramite la creazione di un meccanismo di coordinamento reciproco di gestione dei tassi di cambio;

• adottare una nuova strategia espansiva in materia di politica fiscale e di bilancio: nelle sue recenti previsioni di medio periodo l’OCSE ha mostrato che un aumento degli investimenti pubblici stimolerà la domanda, rafforzerà la crescita a breve termine, sosterrà la crescita futura e migliorerà la sostenibilità delle finanze pubbliche.

• riconcentrarsi sulle politiche monetarie, fiscali e di bilancio in quanto la liquidità creata dalle banche centrali non dovrà essere lasciato in mano ai mercati, ma adeguatamente gestita. Invece di scivolare verso nuove forme di speculazione e bolle finanziarie, la liquidità dovrà essere incanalata direttamente in un aumento degli investimenti pubblici in infrastrutture, reti, innovazione, creazione di occupazione e di competenze, realizzando attività produttive che facciano fronte alle passività del governo:

• sostenere più forti istituti del mercato del lavoro (tra cui contrattazione collettiva, meccanismi di fissazione dei salari, legislazione del lavoro) nel garantire un maggiore crescita dei salari come modalità per evitare che l’inflazione zero si radichi attraverso accordi salariali molto deboli e per riancorare le previsioni di inflazione e, come concordato dal G20 durante la Presidenza turca, come strumento per affrontare l’aumento delle disuguaglianze e la diminuzione della quota di reddito da lavoro.

Tale pacchetto politico avrebbe il sostegno dei lavoratori e richiederebbe una stretta consultazione fra governo e parti sociali.

Impartire maggiore slancio alla regolamentazione bancaria, agli investimento a lungo termine, alla finanza infrastrutturale ed alla politica fiscale

Se, da un lato, è necessaria un’azione urgente per rilanciare la crescita, il G20 dei Ministri delle Finanze dovrà anche dare maggiore slancio alla regolamentazione finanziaria ed alle altre iniziative in corso in materia di investimenti e politica fiscale. Le previsioni economiche di medio periodo dell’OCSE indicano un rischio incombente di crescente volatilità finanziaria. Sin da ora permane l’opacità dei bilanci delle banche mondiali. Checché se ne dica, le istituzioni finanziarie considerate troppo grandi per fallire sono ancora in piedi (3). Permane l’incertezza in merito alla crescita del settore bancario ombra di cui in effetti, in questa fase, non si conoscono ancora del tutto l’entità ed i relativi rischi (4).

Inoltre il G20 dovrà approfondire la cooperazione internazionale per promuovere investimenti a lungo termine nei mercati finanziari, ivi compresa la finanza infrastrutturale. Con riferimento all’evasione fiscale, i Ministri delle Finanze dovranno garantire un quadro davvero inclusivo per la fase di attuazione del pacchetto di misure OCSE in tema di erosione della base imponibile e spostamento dei profitti (BEPS).

Ciò richiede azioni da parte del G20, tra cui:

• una nuova valutazione del programma di riforme finanziarie per comprendere che cosa ha funzionato negli ultimi sette anni e ciò che ancora resta da fare. L’armonizzazione regionale – soprattutto in Europa – e le riforme strutturali nel settore bancario dovranno essere rafforzate per porre efficacemente fine ai cosiddetti gruppi troppo grandi per fallire e stabilire le condizioni per un settore bancario che possa essere al servizio e finanziare l’economia reale.

• Un’efficace attuazione dei Principi di Alto Livello degli Investimenti a lungo termine del G20/OCSE del 2013, ponendo maggiore enfasi sulla responsabilità dei gestori di fondi e degli altri intermediari finanziari (con particolare riferimento alla remunerazione ed al rischio) e sul mainstreaming di pratiche d’investimento responsabile (integrando i rischi ambientali, sociali, fiscali e di governance).

• Investimenti pubblici quale primo strumento per mobilitare finanziamenti per le infrastrutture e per una giusta transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, in quanto il settore pubblico è più adatto a gestire i rischi a lungo termine. Anche gli investitori istituzionali con passività a lungo termine hanno un ruolo importante da svolgere, ivi compresi i fondi pensione non a scopo di lucro. È di cruciale importanza garantire trasparenza e correttezza ogni qualvolta il denaro pubblico viene utilizzato per sostenere le iniziative private, il che è probabile che accada nel caso degli investimenti ecosostenibili ed in quelli  infrastrutturali.

• Garantire “condizioni di parità” per i paesi in via di sviluppo nell’attuazione del pacchetto di misure in tema di BEPS per affrontare il problema dei regimi aggressivi di pianificazione fiscale tramite un “quadro inclusivo” come richiesto al Vertice dei capi di Stato e di governo tenutosi ad Antalya. Al fine di soddisfare queste aspettative, si dovrà creare un nuovo “Forum Mondiale in tema di BEPS”, con meccanismi di governance che siano simili a quelli del Forum mondiale esistente in materia di trasparenza e scambio d’informazioni.

(1) OECD Interim Economic Outlook, 18 febbraio, 2016, http://www.oecd.org/economy/outlook/economicoutlook.htm

(2)ILO World Employment and Social Outlook, gennaio 2016

(3) FSB 2015 update of list of global systemically important banks (G-SIBs)http://www.fsb.org/2015/11/2015-update-of-list-of-global-systemically-important-banks-g-sibs/

(4) FSB Global Shadow Banking Monitoring Report 2015 http://www.fsb.org/2015/11/global-shadow-banking-monitoring-report-2015/