Agostino Siciliano, Segretario nazionale Uilp intervistato da Radio Vaticava sul tema del gioco d’azzardo patologico che vede, tra le categorie più a rischio quella degli anziani, in particolare dei pensionati.
La Uilp, insieme all’Ada, alla Uil e all’Ital Uil aderisce a “Mettiamoci in gioco” un coordinamento di istituzioni, organizzazioni del terzo settore, associazioni di volontariato, associazioni di consumatori e sindacati impegnati a contrastare i rischi del gioco d’azzardo patologico attraverso iniziative volte ad informare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle reali caratteristiche del fenomeno nel nostro Paese e sulle sue conseguenze sociali, sanitarie ed economiche del gioco d’azzardo compulsivo. (Clicca QUI per tutte le informazioni).
Di seguito il testo e il link al podcast dell’intervista ad Agostino Siciliano andata in onda nel corso della trasmissione di approfondimento di Radio Vaticana “A conti fatti”, puntata del 1 gennaio 2017
Qual’è la situazione generale sul fronte della ludopatia tra gli anziani e i pensionati, nel nostro paese?
E’ una situazione abbastanza drammatica perché questo problema della ludopatia si inserisce in una platea di circa 7 milioni di pensionati che vivono con meno di 1000 euro, e circa 2 milioni di famiglie che vivono con meno di 500 euro. Pertanto questo grosso problema si inserisce in un contesto economico già abbastanza complicato per i nostri pensionati.
Secondo studi condotti da varie associazioni, 1.200.000 pensionati sono alla soglia della patologia, e addirittura 500.000 sono patologici. Questo problema, in un contesto di famiglie che vivono in quelle condizioni, diventa ancora più patologico.
Secondo la vostra esperienza si può tracciare un profilo tipico delle persone particolarmente a rischio?
Noi della UILP incontriamo tanti anziani e spesso ce lo domandiamo: quando vediamo i pullman che partono per i casinò con, in maggioranza, donne. Il problema, oltre che nel gioco sta anche nella solitudine delle persone, che nel gioco oltre al risvolto economico cercano anche la compagnia. Però è una compagnia sbagliata, perché non è quella la soluzione.
Mi sono domandato, e ho domandato loro, come si fa a giocare di continuo in certe condizioni economiche familiari. Molti mi hanno detto che fanno riferimento alla pubblicità dei soldi facili ed entrano in un meccanismo veramente preoccupante.
Oltre alla ludopatia c’è anche quello che succede ai margini: ci si indebita, si crede alle pubblicità di chi promette “vieni da noi e ti diamo 3-4.000 euro”. Così, oltre ad avere il problema del gioco, si hanno anche problemi economici per come poter pagare; nasce il problema della criminalità.
La UIL Pensionati, insieme agli altri sindacati, alle ACLI, all’Azione Cattolica e a diverse associazioni di consumatori e della società civile, promuove da anni la campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” contro i rischi del gioco d’azzardo. Quali sono le iniziative e gli avvertimenti della campagna, e che risultati aveteottenuto finora?
Un risultato è già aver tolto la pubblicità del gioco d’azzardo in certe fasce orarie. Almeno abbiamo posto limiti. Uno dei punti più importanti è fare divieti alla pubblicità di questa cosa. Ecco perché contestiamo quello che si sta facendo nelle dieci città coinvolte dal gioco del lotto: pubblicizzare il gioco attraverso la cultura (Recentemente la UILP e altre associazioni hanno protestato contro un’iniziativa di Lottomatica chiamata “Il Gioco più tuo in tour”: una tournée nelle piazze italiane con concerti ed eventi culturali con finalità anche nobili come il restauro di diversi monumenti, ndr.). Credo che si mescolino delle cose che invece bisognerebbe tenere separate. Noi vogliamo che si faccia una legge quadro per vietare la pubblicità del gioco d’azzardo.
Io conosco famiglie in difficoltà economiche in cui i nonni, se non per loro, hanno il problema con i nipoti: anche i giovani sono coinvolti dalla ludopatia. Ecco perché dobbiamo forzatamente fare una legge quadro: bisogna regolamentare questo settore. Non può essere che la soluzione per lo sviluppo della propria famiglia, in assenza di possibilità economiche derivanti dalla pensione, venga cercata attraverso il gioco, con l’invito di chi dice “Vieni da me, giochi facile”. Credo che vada regolamentato. Lo scopo principale di noi della UILP, dell’ADA (Associazione per i Diritti degli Anziani, ndr.) attraverso il volontariato, attraverso il coordinamento “Mettiamoci in gioco“, è far vedere che oltre alla ludopatia c’è il problema dell’anziano, che gioca sia per risolvere il problema economico sia per solitudine.
Quali sono le proposte e le richieste della UIL Pensionati rivolte al legislatore e al governo per arginare il fenomeno del gioco d’azzardo?
Oltre alla legge quadro sulla pubblicità, credo sia importante dare ai sindaci la possibilità e il potere di controllare il fenomeno sul loro territorio. Oltre a fare il circolo anziani, occorre controllare quello che avviene fuori dal circolo anziani. Il circolo anziani è l’unica soluzione per poter superare la solitudine, che è una delle cause che può spingere ad andare alle slot machine.
Io protendo più a fare prevenzione, ma è importante che la cura della ludopatia venga inserita nel Servizio Sanitario Nazionale. Bisogna lavorare molto sulla prevenzione e per questo credo che i sindaci e una legge che regolamenti il settore avranno un ruolo determinante. Noi della UILP e dell’ADA siamo strutturati anche a livello regionale, e puntiamo su tutto questo contesto per affrontare e risolvere questo grosso problema, con il benestare di tutte le regioni.
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