Oggi si celebra il centenario dell’8 marzo, festa internazionale della donna
L’8 marzo è una data che simboleggia le lotte delle donne di tutto il mondo per affermare i loro diritti e le loro aspirazioni, per uscire da una condizione di subalternità e di oppressione. In questi Cento anni le donne si sono battute per queste conquiste. Tutte hanno contribuito al perseguimento degli obiettivi, a partire dalle loro differenze e dalla loro collocazione nei sindacati, nei partiti, nelle associazioni femminili e femministe. Le principali tappe di questo faticoso cammino compiuto dalle donne dal dopoguerra ad oggi affinché fosse riconosciuto il loro diritto ad essere cittadine a pieno titolo sia nella società sia nel lavoro, si è compiuto attraverso la Costituzione, la conquista del diritto di voto e tutte le leggi per la parità nel lavoro, nei diritti civili, nella tutela della maternità e della paternità, nella condivisione dei lavori di cura con i propri partner; a partire dalla conciliazione fra tempi di vita privata, di lavoro e di famiglia; per il diritto di scegliere una maternità consapevole; contro ogni tipo di violenza. Questi valori vanno tuttora continuamente difesi e pienamente realizzati.
Oggi siamo qui per celebrare il Centenario dell’8 marzo e per rivendicare le tappe incompiute di questo cammino. Le nostre parole d’ordine sono: sviluppo, lavoro, qualità di vita, libertà di scelta
SVILUPPO: Non vi può essere sviluppo sostenibile e crescita economica senza l’apporto fondamentale delle donne, del nostro lavoro, della nostra creatività, dei nostri saperi e talenti. Rivendichiamo la piena realizzazione degli obiettivi di Lisbona che si potranno raggiungere solo se vi sarà un aumento consistente dell’occupazione femminile soprattutto nel mezzogiorno ed inoltre l’emersione del lavoro sommerso. Vogliamo che tutto il lavoro delle donne, compreso quello di cura non ancora riconosciuto, venga valorizzato per l’immenso contributo che dà alla economia e alla ricchezza del Paese.
LAVORO: L’Italia è al penultimo posto in Europa per l’occupazione femminile: l’imperativo è investire energie e risorse per la piena 2 occupazione femminile a partire dalle giovani generazioni, superando le discriminazioni nell’accesso al lavoro e nelle retribuzioni e il paradosso per cui a una maggiore scolarità e formazione femminile corrisponde ancora una minore occupazione, carriera e salario rispetto agli uomini. Noi rivendichiamo che le condizioni concrete di lavoro delle donne (organizzazione del lavoro, orari, differenza salariale fra uomini e donne e precarietà) debbano tornare al centro dell’attenzione della politica e della contrattazione nazionale e nei luoghi di lavoro, imponendo una piena assunzione di responsabilità alle stesse imprese. A tal fine, le stesse agevolazioni pubbliche alle imprese devono essere indirizzate a premiare l’aumento dell’occupazione femminile e l’applicazione reale delle norme antidiscriminatorie. La precarietà intacca i diritti fondamentali dei soggetti deboli a partire dalle giovani lavoratrici, private sovente del diritto di avere i figli desiderati pena la perdita dell’occupazione, e discriminate nei salari e nelle carriere. Lavoro al femminile deve essere per ogni donna la possibilità di aspirare all’autorealizzazione attraverso il raggiungimento della posizione sociale corrispondente alle proprie competenze e ai propri interessi.
QUALITÀ DI VITA: Rivendichiamo per tutte una migliore qualità di vita a tutte le età, dalle giovani studentesse alle anziane pensionate. L’ambiente, la salute, la formazione, la sicurezza nei luoghi di lavoro e nel territorio sono i grandi temi generali. In particolare: qualità di vita significa garanzia di un reddito adeguato. Il rischio povertà è in aumento soprattutto fra le pensionate, le famiglie numerose e le donne sole. qualità di vita significa servizi accessibili, rispondenti al bisogno, di qualità. Rivendichiamo il piano e il finanziamento per gli asili nido, il fondo e i servizi socio-assistenziali per la non-autosufficienza, il sostegno al lavoro di cura. Occorre potenziare i consultori nelle risorse e nelle competenze professionali in modo che possano rivolgersi a tutte le donne di ogni età, etnia e cultura. qualità di vita significa affrontare il problema della casa, dei trasporti, degli orari della città, dei prezzi, delle tariffe, della diminuzione del carico fiscale per lavoratori e lavoratrici dipendenti, pensionate e pensionati. Non si può pensare che le donne immigrate, con il proprio lavoro, siano l’unica risposta alla mancanza di politiche sociali in Italia rinunciando esse stesse al ruolo genitoriale e alla propria qualità di vita.
LIBERTÀ DI SCELTA: Va difesa e tutelata la libertà di scelta, interpretando e riconoscendo le nuove problematiche che le giovani donne e le immigrate continuamente si trovano ad affrontare. Vogliamo essere libere di scegliere di avere una famiglia, condizione impossibile per disoccupate o precarie; libere di scegliere la maternità senza perdere il posto di lavoro o di avere interruzione di carriera; libere di prevenire gravidanze indesiderate e di decidere, nel pieno rispetto delle leggi vigenti. Vogliamo essere libere dalla violenza dentro e fuori le mura domestiche. Occorre, quindi, prendere misure atte a contrastare questo terribile fenomeno con la prevenzione, il contrasto, il sostegno e l’inclusione delle vittime. È necessario favorire la cultura del rispetto delle donne a partire dalle scuole, dare più risorse ai centri anti-violenza e approvare al più presto una legge per il riconoscimento del reato di “stalking” ( che si configura come una persecuzione continua). Noi vogliamo essere libere di scegliere in ogni età della nostra vita. Vogliamo la libertà per le donne di tutte il mondo, a partire dalle prigioniere politiche che dimostrano una forza dirompente al servizio di tutte coloro che soffrono la repressione, la mancanza di libertà, la violenza, discriminazione politica, religiosa, razziale e salariale.