Sintesi dell’intervento di Romano Bellissima, Segretario generale Uilp, al 7° Congresso della Ferpa – Budapest 10 settembre 2015
Care amiche, amici, compagne e compagni,
considero questo Congresso e il prossimo della Ces i congressi della speranza e del riscatto. In questi giorni di dibattito ho infatti colto una maggiore consapevolezza di quello che è successo a tutti noi con la crisi. E la consapevolezza è indispensabile per prendere le giuste decisioni.
Oggi abbiamo minori diritti e tutele, perdita di ruolo dei sindacati nazionali, liquefazione dei partiti politici. La finanza è riuscita nel suo intento ed è prevalsa sull’economia reale e sulla politica. Il Presidente Obama all’indomani del fallimento di Lehman Brothers annunciò nuove norme e leggi per ridurre lo strapotere della finanza, ma non è riuscito nel suo intento perché la finanza ha dimostrato di essere più forte della politica. La finanza è riuscita a imporre il suo ordine, il suo modello unico, il suo pensiero unico: il neoliberismo oggi in Europa è sostenuto da governi di destra, di centro e di centrosinistra. E chi non si adegua viene spazzato via.
Pensiamo alla Grecia. Certo, ci sono differenze, ma per quanto riguarda le politiche economiche non ci sono distinzioni sostanziali. Per aumentare la competitività si riducono i diritti, si tagliano i salari e le pensioni. Si spostano le risorse dal lavoro e dal welfare verso la finanza. Per far fronte alla finanza globale sarebbe servito un sindacato globale, ma i sindacati si sono fatti trovare impreparati. La Ces oggi non è una vera confederazione europea. È una sorta di club in cui alcuni decidono chi escludere e chi no. E non si costruisce un mondo nuovo con gli egoismi. E qual è il suo potere? Scarsissimo. Questo è lo scenario.
Gli interventi di Carla Cantone, di Luca Visentini e anche del presidente della Ferpa, con cui mi sono trovato in grande sintonia, mi hanno però rincuorato. Sono stati caratterizzati da grande chiarezza nelle analisi e precisione nel delineare le strategie. Per questo ho parlato di speranza e di riscatto. Insieme possiamo costruire una vera confederazione dei sindacati europei, dei lavoratori e dei pensionati. Insieme possiamo risolvere i problemi. Rimuovere i veti. Eliminare gli ostacoli. Insieme possiamo contribuire a costruire un mondo nuovo.
La Ferpa deve essere riconosciuta dalla Ces come una federazione sindacale a tutti gli effetti, alla pari delle altre federazioni delle categorie dei lavoratori, e deve avere diritto di voto. Se il problema è economico, se è una questione di pagamento delle quote di adesione, lo risolviamo subito. Escludere un quinto della popolazione europea dalla rappresentanza sociale sarebbe una grave ingiustizia, oltre che un suicidio per il movimento sindacale. I sindacati nazionali devono convincersi della necessità di rafforzare e valorizzare il ruolo della Ces e della Ferpa, trasferendo a loro quote della propria sovranità nazionale. E serve una visione comune di quale Europa vogliamo.
Questa Europa ci sta deludendo. Non è l’Europa per cui ci siamo battuti e per cui si sono impegnati in tanti prima di noi. Non è l’Europa che voleva Altiero Spinelli e neppure l’Europa di Delors. Non è l’Europa dei cittadini, dei popoli, delle culture, della solidarietà tra le generazioni, della giustizia sociale, della libertà e della democrazia. L’Europa ha inventato il welfare e l’ha insegnato a tutto il mondo. Non è possibile che oggi sia calpestato, rinnegato e svilito da quasi tutti i governi europei. Noi siamo stati europeisti da sempre, ma se l’Europa deve essere questa, allora dobbiamo arrivare a dire che non la vogliamo. Noi vogliamo un’altra Europa. Dobbiamo impegnarci tutti insieme per costruirla.
Nel concludere, voglio ringraziare di cuore Bruno Costantini e tutto il gruppo dirigente uscente della Ferpa per il lavoro svolto e per avere gestito una fase difficile per il sindacato dei pensionati europeo. E voglio fare a Carla i migliori auguri per un mandato di successo, certo che il suo impegno e la sua determinazione porteranno sicuramente risultati positivi.
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