Poste Italiane, chiusura uffici in Toscana.

I sindacati dei pensionati chiedono il sostegno della regione e dei parlamentari eletti in Toscana.

La scelta unilaterale di Poste Italiane di chiudere, dal prossimo 13 aprile, numerosi uffici postali periferici preoccupa le organizzazioni sindacali dei pensionati poiché, se confermata “avrà un impatto fortemente negativo su decine di migliaia di persone, soprattutto anziani, che vivono in zone periferiche e marginali della nostra regione.”

È quanto scrivono i Segretari generali Daniela Cappelli (Spi – Cgil Toscana), Mauro Scotti (Fnp – Cisl Toscana) e Alberto Andreazzoli (Uilp -Uil Toscana) in un documento a firma congiunta indirizzato al Presidente della regione Toscana Enrico Rossi e al Presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci. La richiesta è quella di attivare tutti i canali istituzionali possibili verso il Governo nazionale “affinché le popolazioni più deboli della regione non debbano subire anche quest’ulteriore taglio” e aggiungono “impedire l’impoverimento del livello dei servizi nelle comunità più fragili.”

I sindacati dei pensionati hanno fatto appello anche ai Parlamentari eletti in Toscana ai quali è stato chiesto di farsi “promotori di iniziative, in Parlamento e verso il Governo, chiedendo a Poste S.p.A. di ritirare quel piano, considerato anche che il maggior azionista di Poste Italiane risulta ancora il Governo Nazionale tramite il Ministero dell’Economia e Finanze.” Richiesta che ha portato i Parlamentari ad una presa di posizione immediata nei confronti del Governo a sostegno delle istanze avanzate da Spi Toscana, Fnp Toscana e Uilp Toscana.

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