Consiglio Nazionale Uilp: si è riunito a Roma oggi 4 marzo, il Consiglio nazionale Uil Pensionati. Alla riunione hanno partecipato il Segretario generale Uil PierPaolo Bombardieri che ha concluso il primo panel dei lavori e il Segretario organizzativo Uil Emanuele Ronzoni.
Il Segretario generale Uilp Carmelo Barbagallo, nel corso della sua relazione, ha dichiarato:
Nel novembre scorso, durante lo sciopero generale contro la Legge di Bilancio, abbiamo avanzato richieste precise. Non scendiamo in piazza per essere contro qualcuno, ma per rivendicare ciò che spetta di diritto a pensionati, lavoratrici e lavoratori. La partecipazione massiccia in tutto il Paese, con i pensionati in prima linea, è stata significativa, e per questo vi ringraziamo ancora.
Ci avevano detto che sarebbe andato tutto bene, non è così. Anzi, sembra che ogni giorno vada peggio. Ci sono certi personaggi nel panorama mondiale che non fanno bene a nessuno. Noi però non dobbiamo fermarci, dobbiamo continuare a portare avanti le nostre idee, anche se purtroppo il Governo non ha accolto le nostre istanze. La Legge di Bilancio 2025 rappresenta un’ulteriore occasione mancata per rispondere alle esigenze dei pensionati e delle fasce più deboli della nostra società. Nonostante le promesse delle forze di Governo, le misure adottate non solo non rispondono alle esigenze poste da tempo dalla UIL Pensionati, ma segnano un ulteriore passo indietro per il sistema previdenziale italiano. Ancora una volta, chi ha lavorato una vita intera per costruire il nostro Paese si trova a subire l’assenza di risposte adeguate, mentre il divario con il resto d’Europa continua ad aumentare.
Al Consiglio Uilp ribadite le nostre richieste
L’aumento delle risorse per la sanità, fissato a soli 1,3 miliardi di euro, è del tutto insufficiente e non permette di affrontare i problemi strutturali del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Queste risorse coprono a malapena i costi dell’inflazione e l’incremento della spesa farmaceutica, lasciando inalterata la grave carenza di personale e infrastrutture. La spesa sanitaria in Italia continuerà a rimanere al 6,2% del PIL, un dato che ci pone ben al di sotto di Paesi come la Francia (10,3%), la Germania (10,9%) e la Spagna (7,3%). Questo significa che le liste d’attesa continueranno a essere un problema irrisolvibile e che sempre più persone saranno costrette a pagare di tasca propria per ricevere cure adeguate. Nell’ultimo anno, 4,5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, di cui 2 milioni per motivi economici; la maggior parte di queste sono anziane.
La manovra non finanzia adeguatamente la Legge sulla non autosufficienza, limitandosi a un mero accorpamento di fondi esistenti senza alcun incremento reale delle risorse. Il fondo rimane fermo a un miliardo di euro, a cui si aggiungono 250 milioni provenienti dai fondi strutturali europei 2021-2027 per la sperimentazione di una prestazione universale. Tuttavia, questa misura riguarderà una platea molto limitata, composta da persone con più di 80 anni e un ISEE inferiore ai 6 mila euro, circa 25 mila persone in tutto, una cifra ridicola rispetto agli oltre 3,1 milioni di persone con gravi disabilità nel nostro Paese. Non possiamo accettare che una legge di civiltà venga svuotata di significato dall’assenza di finanziamenti adeguati. Non si fanno le nozze con i fichi secchi.
Anche la rivalutazione delle pensioni è insufficiente e non permette di compensare l’aumento del costo della vita. Negli ultimi dieci anni, le pensioni italiane hanno subito una significativa erosione del loro potere d’acquisto, come abbiamo dimostrato in un recente studio Uilp.
Portiamo avanti le nostre battaglie
Questo non è un Paese per vecchi ma non è neanche un paese per giovani: i nostri giovani continuano ad andarsene! I giovani se ne vanno perché non gli si garantisce lavoro stabile e ben pagato. Gli hanno fatto svolgere i servizi sociali che si sono trasformati in una fabbrica di precariato. Noi da tempo diciamo che dovrebbero essere le persone anziane che lo desiderano a svolgere un servizio civile di anziani attivi. Anche questa proposta è incensata da tutte le parti, ma nessuno ha ancora deciso di attuarla.
Noi non possiamo accettare che chi ha lavorato una vita venga trattato come un cittadino di serie B. Continueremo a lottare, con determinazione e unità, per difendere i diritti dei pensionati e delle persone anziane. Perché un Paese che non si prende cura dei suoi anziani, dei suoi malati e dei suoi lavoratori è un Paese senza futuro.”