Non Autosufficienza: una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 525/2024), confermando precedenti pronunciamenti in casi analoghi, ha respinto il ricorso di una RSA, che reclamava il pagamento della retta per la quota di prestazioni socio-assistenziali a carico di una persona ricoverata affetta da morbo di Alzheimer. La Corte ha stabilito che l’intera retta è invece a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Così Spi, Fnp, Uilp in un documento unitario del 29 luglio.

La sentenza interviene a legislazione invariata, non raccomanda un intervento legislativo e agisce in riferimento ad uno specifico caso individuale. Ciò presume dunque un’azione legale da parte del paziente, o dei suoi familiari, per rivendicare la copertura dei costi interamente a carico del SSN.

Tuttavia la rilevanza, anche in termini di giurisprudenza, della sentenza ha allarmato le organizzazioni di rappresentanza delle strutture residenziali e di conseguenza alcune regioni, che temono il moltiplicarsi di contenziosi e quindi maggiori oneri a carico del SSN senza un corrispondente incremento del Fondo sanitario da parte dello Stato. Peraltro la giurisprudenza non basta, Regioni, Stato e Comuni hanno la responsabilità di dare certezze e continuità di cura alle famiglie e alle strutture.

Non Autosufficienza: la sentenza interviene in una situazione a complessa

Sappiamo bene, infatti, che la sentenza interviene in una situazione a dir poco complessa, che vede la continua crescita di persone in condizioni di grave non autosufficienza dovuta a patologie (come il morbo di Alzheimer ma non solo) che necessitano di prestazioni della fattispecie descritta dalla sentenza della Corte. Persone e loro familiari che sono spesso costrette ad affrontare oneri di compartecipazione al costo della retta insostenibili. Sapendo che la situazione non riguarda solo le persone non autosufficienti ricoverate in strutture residenziali ma, e in misura numericamente più rilevante, i malati che vengono assistiti e curati a casa.

Quanto sta accadendo conferma dunque l’urgenza di attuare la Riforma della Non Autosufficienza (nello specifico la legge 33/2023 e il D.Lgs attuativo 29/2024 come abbiamo reclamato), assicurando un adeguato finanziamento ad oggi del tutto insufficiente. Per riaffermare così il principio di equità del diritto alle cure e all’assistenza del nostro sistema socio sanitario pubblico, universale e uniforme superando frammentarietà e disuguaglianze tra le diverse aree del Paese e, soprattutto, per dare così risposte concrete e certe a milioni di persone anziane e alle loro famiglie.

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